
Aveva spedito un pacco “stupefacente” alla sorella ricoverata in una struttura: cinque grammi di cocaina nascosti all’interno della ricarica per sigarette elettroniche. A scoprire il “rifornimento” erano stati gli operatori della Rems di Barete. Con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti una 46enne di Sulmona, V.D.G, è finita sotto processo davanti al collegio penale del Tribunale dell’Aquila, presieduto dal giudice Romano Gargarella. I fatti risalgono allo scorso anno quando la gemella dell’imputata, reclusa nella struttura per scontare vari reati, principalmente furti commessi nel capoluogo peligno, aveva ricevuto la polvere bianca per posta. L’aggravante contestata dal pm, Guido Cocco, è quella di aver consegnato la droga in un luogo sensibile. Il processo per la 46enne è entrato nel vivo ieri e a difenderla c’è l’avvocato Fabio Cantelmi il quale sostiene che “non ci sono elementi che possano far ricondurre con certezza che il pacco sia stato spedito dalla sua assistita in quanto solo riportato a penna il nome del mittente”. Saranno i giudici a pronunciarsi nel merito a primavera quando è prevista la sentenza.









