

Un’opera da 2,5 miliardi di euro, 106 chilometri di tracciato da Sulmona a Foligno che attraversa 17 comuni e zone ad alto rischio sismico, con il rischio di abbattere oltre 2 milioni di alberi e danneggiare irrimediabilmente il territorio: è questo il metanodotto “Linea Adriatica” della Snam, contro cui si è alzato forte e chiaro il grido di protesta dell’assemblea pubblica tenutasi il 21 aprile a Paganica, frazione dell’Aquila. L’incontro, promosso dall’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Paganica e San Gregorio, ha visto la partecipazione di comitati, ambientalisti, esponenti politici e cittadini, tutti uniti nel dire NO a quella che definiscono una “inutile devastazione”. Mario Pizzola, portavoce del comitato “No Snam” di Sulmona, ha denunciato l’imposizione dell’opera da parte del governo, nonostante il parere contrario di ben due Regioni (Abruzzo e Umbria) e di sette delibere regionali che avevano negato l’intesa con lo Stato. “La Snam – ha detto – è un corpo estraneo al nostro territorio. Noi continueremo la resistenza, anche con disobbedienza civile pacifica.” Nando Galletti, presidente dell’Asbuc, ha sottolineato l’impatto disastroso sull’ambiente locale: distruzione di cave di tartufo, sorgenti, boschi e un passaggio a pochi metri dal Santuario della Madonna d’Appari. “Offrirci 0,60 euro al metro quadro per gli espropri è offensivo. La dignità non si svende, e la sicurezza dei cittadini non si baratta.” Manuele Amadio, del comitato “No Snam L’Aquila”, ha criticato duramente i rappresentanti istituzionali che inizialmente si erano detti contrari al progetto ma poi hanno fatto marcia indietro. “Alcuni sindaci e amministratori del centrodestra si sono allineati al volere del governo, abbandonando il territorio.” Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci ha illustrato una risoluzione in Consiglio regionale in cui si chiede alla Regione Abruzzo di ribadire la sua contrarietà al progetto, di aggiornare la Valutazione di Impatto Ambientale (ferma al 2011) e di coinvolgere le Regioni nella scelta dei tracciati delle infrastrutture, soprattutto in aree sismiche. “Questo progetto è un crimine economico, e lo pagheremo tutti nella bolletta.” Anche gli ambientalisti hanno ribadito l’assurdità dell’investimento: “Snam dice che il metanodotto servirà un giorno per trasportare idrogeno – ha affermato Mattia Lolli di Legambiente – ma non è vero, servirebbe un’infrastruttura diversa. È solo una scusa per giustificare un’opera inutile.” “Con 2,5 miliardi si potrebbero finanziare energie rinnovabili, comunità energetiche e creare migliaia di posti di lavoro veri, non promesse vuote” – ha aggiunto Renato Di Nicola, del coordinamento nazionale “Per il clima, fuori dal fossile”. Simona Giannangeli, consigliera comunale dell’Aquila, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio comunale contro l’opera. “Questo governo da un lato parla di sicurezza, e dall’altro approva un’opera pericolosa che mette a rischio cittadini e territorio.” Claudio Ciccozzi, cittadino di San Gregorio, ha infine denunciato la mancanza di trasparenza da parte di Snam: “Molti non sanno nemmeno cosa accadrà davvero. Le strade rurali verranno compromesse, i campi coltivati danneggiati, e nessuno della Snam è venuto qui a spiegare.” In sintesi:
- NO al metanodotto Snam da 2,5 miliardi di euro.
- Assemblea a Paganica affollata e compatta contro l’opera.
- Appello alla mobilitazione pacifica e alla raccolta firme.
- Richieste di sicurezza, trasparenza e rispetto per il territorio.