

Lo sfratto Ater costa 5.445 euro al Comune di Sulmona. O meglio, a pesare nelle tasche del Comune sono gli alloggi destinati agli inquilini mandati via dalla palazzina in via Aldo Moro. Sistemazioni non ancora fruibili, prive di allacci delle utenze, e che saranno utilizzabili solo a seguito della presa di possesso da parte degli assegnatari e di attivazione delle forniture luce, gas ed acqua. Un passaggio che può avvenire esclusivamente a cura degli stessi inquilini, momentaneamente appoggiati all’Hotel Manhattan, in località Incoronata.
Le camere dell’albergo, dallo scorso 11 aprile, sono diventate la sistemazione temporanea dei cinque nuclei familiari che hanno ricevuto il benservito da quella palazzina che sul piano della sicurezza versa in una “situazione grave e compromessa”, come rimarcato un anno fa dalla stessa Ater. All’ordinanza di sfratto firmata dal commissario straordinario, Ernesta D’Alessio, aveva fatto seguito lo sgombero dell’immobile da parte degli agenti della polizia locale.
I primi due giorni di alloggi al Manhattan sono costati alle tasche dei contribuenti 291 euro oltre all’iva, per i primi quattro nuclei costretti a fare i bagagli. A loro, dal 13 aprile, se n’è aggiunto un quinto, completando il quadro delle famiglie sgomberate dal fabbricato in via Aldo Moro, facendo impennare la spesa giornaliera a 364 euro, oltre iva.
E a nulla è valso il tentativo del Comune di Sulmona di giocare in anticipo, individuando già nel 2024 gli alloggi dove destinare la famiglie sfrattate per i lavori sulla palazzina. Per quelle abitazioni era stata richiesta una documentazione di agibilità mai pervenuta.
Inquilini che tramite l’avvocato Mauro Sciullo avevano fatto richiesta di accesso agli atti per ottenere le perizie dove, nero su bianco, veniva riportata l’inagibilità dell’immobile. La prima, dove ci sarebbero cinquanta proprietà di Ater dislocate nella provincia aquilana (tra cui quella sulmonese in via Aldo Moro), parla di interventi e sgombero per la messa in sicurezza. La seconda, redatta a luglio 2024, riporta interventi da poter effettuare in modo “non invasivo, senza necessità di trasferire gli inquilini”.
