
Casa dolce casa. È il messaggio che si legge tra le righe, su facebook, nel post della prima inquilina che rientra nella palazzina beffata dal superbonus con il suo nucleo familiare. Al civico 8 di via Avezzano, dopo numerose battaglie, si sblocca la situazione e quella palazzina al centro di inchieste e diatribe torna a vivere. Si riaprono le porte e le finestre almeno per la prima delle cinque famiglie che da qui alla fine dell’estate torneranno a casa. Finora hanno tirato fuori soldi su soldi dopo essere stati beffati dalla ditta e dallo sfratto di un’inquilina. I lavori riguardanti il superbonus non sono mai stati completati, come pure non è stata ultimata la demolizione prevista nel progetto iniziale. Il tutto nonostante gli 80mila euro totali corrisposti all’impresa dalle 8 famiglie del palazzo ex Ater, dove era stato necessario anche sfrattare un’inquilina per procedere con gli interventi. La donna aveva dato prima l’ok alla demolizione e ricostruzione del palazzo, per poi fare un passo indietro. Dopo il contenzioso “interno”, per il quale era intervenuta la polizia, si era aperta subito dopo un’altra battaglia giudiziaria. I residenti, infatti, avevano chiamato in causa la magistratura, per fotografare la situazione della palazzina. La perizia, disposta dal giudice del Tribunale di Sulmona, Pierfilippo Mazzagreco, era arrivata il 14 agosto dello scorso anno. Secondo il tecnico incaricato, “per rendere l’edificio abitabile e agibile servono almeno 400 mila euro di lavori”. Somme che, una parte degli inquilini, si è accollata, accendendo mutui o comunque investendo ancora, pur di scrivere la parola fine sull’odissea. I lavori di demolizione e ricostruzione della palazzina del civico 8, avviati a maggio 2023, erano stati improvvisamente interrotti nell’autunno dello stesso anno. La ditta subappaltatrice aveva letteralmente “svuotato il cantiere”, portando via ruspe, attrezzi ed escavatori, lasciando sul posto solo la recinzione. Il tutto perchè l’appaltatore generale non aveva corrisposto le spettanze economiche all’impresa. Eppure i condomini della palazzina avevano versato 10 mila euro ciascuno come anticipo per la demolizione e ricostruzione per un totale di 80 mila euro che si sono volatilizzati. Per questo gli otto inquilini si erano affidati all’avvocato del foro di Sulmona, Mauro Sciullo, per presentare una denuncia e chiedere alla magistratura di accertare eventuali responsabilità. Sul caso sono ancora in corso le indagini della guardia di finanza di Sulmona, chiamata a far luce sulla truffa del superbonus.