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Prima dell’era COVID-19, una delle maggiori preoccupazioni per la salute pubblica era rappresentata dalla sempre più crescente resistenza agli antibiotici riscontrata in alcuni batteri. Questa condizione riduce le chance terapeutiche nel trattamento delle infezioni batteriche nell’uomo e negli animali. Parco Majella e Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo collaborano al progetto ‘Sentinella’, ovvero cercare una sentinella che potesse dare indicazioni utili per la salute dell’uomo visto che è strettamente legata a quella degli animali e dell’ambiente in cui vivono. E quale miglior sentinella se non quella del Camoscio Appenninico!  Vive in ambienti particolari, in alcuni casi incontaminati e difficilmente raggiungibili dall’uomo; e in altri casi in condivisione con animali domestici al pascolo. Questo particolare lo rende un perfetto indicatore delle differenze rilevabili in ambiente, in presenza o assenza di attività antropiche. Per la prima volta in Italia questo animale è stato oggetto di studio con l’obiettivo di valutare la sua capacità di fornire informazioni utili sullo stato di salute del territorio in cui vive. Si parte dallo studio delle feci a cui vengono isolati batteri resistenti ad antibiotici considerati critici per la salute dell’uomo, non utilizzati in ambito veterinario e considerati fra le ultime risorse utili nel curare infezioni batteriche non più trattabili con i comuni antibiotici. Dai batteri dell’Escherichia coli, resistenti ad antibiotici conosciuti come colistina e carbapenemi, è stato possibile correlare a queste resistenze la presenza di alcuni geni (mcr-4, oxa-48) riportati per la prima volta in questa specie e negli ungulati selvatici in Italia e in Europa grazie a questo studio. Risultati che riguardano in particolare i camosci che condividono ambienti con attività antropiche. Quelli che vivono in aree più isolate non presentano gli stessi profili di resistenza. Tali risultati accendono i riflettori sulla responsabilità dell’uomo nell’uso corretto degli antibiotici ricordando che alcune recenti stime dell’Oms hanno registrato in Europa 4 milioni di infezioni da batteri antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa, tra costi sanitari e no, di circa 1,5 miliardi di euro l’anno.

I risultati del progetto sono pubblicati nell’articolo “Resistance Patterns, mcr-4 and OXA-48 Genes, and Virulence Factors of Escherichia coli from Apennine Chamois Living in Sympatry with Domestic Species, Italy” sulla rivista scientifica ‘Animals’ che ne sottolinea la rilevanza in termini di protezione della salute pubblica e della biodiversità.

lupo-mariscano-avvelenatoMa c’è anche il rovescio della medaglia….cioè quando l’uomo stesso distrugge l’ambiente: a Casale D’Aschi, Gioia dei Marsi, un esemplare maschio di lupo marsicano di circa due anni di età è stato ritrovato morto e si presume che la causa sia dovuta ad un avvelenamento. A ritrovare l’animale morto è stato un cittadino che ha dato subito l’allarme. Il veterinario della Asl ha verbalizzato il sospetto avvelenamento. Sono intervenuti anche i carabinieri forestali e il servizio sorveglianza del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’esame autoptico sull’animale sarà svolto domani mattina all’Istituto zooprofilattico di Teramo, nella sede di Caruscino, ad Avezzano.

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