banner
banner

SULMONA – “Una furia violenta accentuata dai fumi dell’alcol”. Non usa mezzi termini né giri di parole uno dei tre agenti penitenziari aggrediti nella serata di domenica, nel penitenziario peligno, da un camorrista di alta sicurezza. Anzi due per la precisione. Il detenuto avrebbe posto in essere quella brutale aggressione con il concorso di un altro recluso. I due avrebbero avvicinato l’assistente capo preposto al reparto, con una scusa, per poi dare sfogo a tutta la loro aggressività, colpendo l’agente di 51 anni sul volto e poi i colleghi intervenuti a supporto. Entrambi, sembrerebbe, erano in stato di ebbrezza. Il 51 enne sarà sottoposto ad un intervento chirurgico nei prossimi giorni. Ne avrà almeno per un mese. Gli altri due poliziotti se la sono “cavata” con dieci giorni di prognosi ma la scena da film non può passare inosservata. “Mi chiedo come si possa continuare a lavorare in questo istituto con questa grave carenza di personale che attanaglia, ormai, la Casa di Reclusione da diverso tempo”- tuona uno degli agenti aggrediti- “continuiamo a chiedere al governo una pena adeguata per chi aggredisce gli operatori di Polizia. Io dico basta con le aggressioni in carcere”. La Uil Pa ha chiesto intanto il trasferimento del detenuto aggressore, il deux ex machina dell’agguato ai tre agenti. Una vicenda di cronaca che ha rimesso al centro dell’attenzione non solo la sicurezza dietro le sbarre ma anche l’incolumità di chi ci lavora.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento