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SULMONA – “Chiudere i punti nascita è una follia dal momento che l’inverno è lungo e faticoso”. Sono le parole dei genitori di Anna, Alessandra Mosca e Mauro Oddis, la bimba nata lo scorso 7 gennaio all’ospedale Santissima Annunziata dopo un viaggio durato circa quattro ore da Castel Di Sangro a Sulmona, con tanto di neve e bufera sull’altopiano delle cinquemiglia. Un episodio che ha fatto scatenare una serie di reazioni sulla gestione dell’emergenza-urgenza nei territori montani in condizioni atmosferiche avverse. Anna è nata alle 8,48 e pesa 2,7 Kg. La neo mamma Alessandra, di Castel di Sangro, ha potuto partorire in sicurezza all’ospedale di Sulmona grazie al soccorso della Protezione civile di Pettorano sul Gizio e dei Vigili del fuoco che hanno accompagnato la dottoressa, Laura Pelino, sulla statale. Mauro, tecnico dell’Anas, si è messo in viaggio scortato da un mezzo spartineve che è uscito però fuori strada visto il persistere della bufera. Grazie al “bruco” dei Vigili del Fuoco tutto è filato liscio fino a Sulmona dove la donna ha partorito, avendo già rotto le acque. “E’ stato un viaggio drammatico ma per fortuna tutto è andato a buon fine”- racconta Alessandra- tenendo in braccio la piccola Anna che già sorride alla vita. “La presenza del reparto è stata fondamentale. Siamo arrivati in tempo proprio perché quello di Sulmona è il punto nascita più vicino da Castel Di Sangro- aggiunge la neo mamma. Tocca al papà Mauro condannare le scelte scellerate della politica. “Chiudere i punti nascita è una follia dal momento che episodi di questo genere sono all’ordine del giorno soprattutto in inverno, una stagione lunga e faticosa”- sottolinea Oddis. E’ la nascita di Anna a ridare speranza alla sanità locale e al reparto di maternità peligno. Una storia che rimette al centro della programmazione sanitaria regionale le condizioni orografiche dei territori montani.

Andrea D’Aurelio

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