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SULMONA – Miserere mei Deus, sapientiae tuae, pronti appuz via. Sono i momenti e le parole cruciali della Settimana Santa sulmonese che al tempo del Coronavirus comincia fra amarcord e ricordi. L’emozione è palpabile quantomeno nei cuori solo a ripensare a quel possente e  imponente concerto del coro trinitario in Cattedrale , all’adorazione dell’Eucarestia del giovedì santo,  alla struggente processione del Cristo Morto organizzata dall’arcisodalizio  trinitario che celebra il settimo centenario della sua fondazione e a quei quattordici secondi di intrepida emozione della Vergine che corre verso il Figlio Risorto tra la caduta del manto nero che lascia spazio al verde della speranza, il volo dei colombi, lo sparo dei mortaretti e l’applauso della folla festante. Si tratta della sacra rappresentazione della “Madonna che scappa”, organizzata dalla Confraternita di Santa Maria Di Loreto, che in queste ore sta decidendo il da farsi per l’edizione 2020. Ma sono già molti i sulmonesi che stanno visitando la nostra piattaforma di youtube per rivedere le corse degli ultimi anni, quelle con la pioggia e con il sole, con la piazza stracolma e la cornice degli ombrelli. Ognuno, anche solo per un attimo, si rivede nell’affollatissima e centralissima piazza. Vuoi nella privilegiata postazione del fontanone, il punto centrale del plateatico dove parte la corsa, o nelle terrazze e balconi. C’è uno spazio, unico e indelebile,  nei ricordi. La pelle d’oca sale anche da casa mentre si scorrono le immagini d’archivio da tablet e pc. E pensare che Sulmona, al tempo del Covid-19 dovrà rinunciare a tutto questo, ci riporta subito alla realtà dove nostalgia e tristezza prendono il sopravvento.  Mancheranno i sospiri in piazza, il cuore che batte, la trepidazione che sale, il pubblico delle grandi occasioni. Nei giorni scorsi era arrivata la proposta dai commerciati  e non solo della “corsa storica”, ovvero di far scappare la Madonna da sola. La fattibilità è ancora in corso di valutazione mentre si cominciano a contare i danni economici per ristoranti, alberghi, attività. Una perdita di quattro milioni di euro che ogni anno la Pasqua portava sul territorio. Quest’anno non ci resta quindi che correre da soli, rispettando regole e divieti, per tornare a riabbracciarci al più presto. E’ una corsa verso la normalità. Il traguardo sarà sempre più vicino se si corre insieme. E allora sarà Pasqua e gioia nei cuori. Pronti appuz. Via alla corsa.

Andrea D’Aurelio

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