CASTEL DI SANGRO. E’ stato attaccato dagli animali selvatici dopo la morte. E’ quanto ha stabilito il medico reperibile della Asl, Alessio Belli, che ha effettuato la ricognizione cadaverica sul corpo senza vita di Dante Gagliardi, il pastore di 74 anni trovato senza vita ieri a Castel di Sangro. Le gravi ferite, secondo quanto stabilito nel corso della ricognizione, non avrebbero quindi causato il decesso di Gagliardi che, invece, potrebbe essere morto per un malore improvviso o comunque per un attacco cardiaco. Per il medico legale si tratta quindi di una morte naturale. Per questo il sostituto procuratore, Stefano Iafolla, ha rilasciato il nulla osta per la celebrazione dei funerali. Gagliardi, morto da almeno 48 ore, è stato trovato solo ieri mattina all’interno, in parte, dell’auto di sua proprietà, una Fiat Panda 4×4, che era parcheggiata a pochi metri dalla chiesa degli Eremiti a Castel di Sangro. Senza vita e con il corpo dilaniato da morsi di animali, probabilmente cani o lupi. A trovarlo sono stati alcuni passanti che hanno subito allertato i soccorsi, ma quando l’ambulanza del 118 è giunta sul posto, i sanitari non hanno potuto far altro che accertare il decesso dell’uomo. Sul posto anche i carabinieri di Castel di Sangro, comandati dal capitano Giuseppe Testa, che hanno effettuato i primi rilievi e raccolto le informazioni tra i presenti. La zona è stata transennata e interdetta al traffico per diverse ore. “Sono passato per quella strada e ho visto la macchina ferma con il corpo dell’anziano senza vita. Ho allertato immediatamente i soccorsi ma, ormai, era troppo tardi”- ha riferito agli inquirenti uno dei passanti che ha lanciato l’allarme. Gagliardi, persona molto riservata, aveva deciso di vivere in una zona isolata del capoluogo sangrino. Era solito passeggiare nel bosco e in piazza non si vedeva quasi mai. “Aveva scelto di vivere nella solitudine e in disparte, in linea con il suo carattere discreto e riservato”- commenta il sindaco, Angelo Caruso, ancora scosso per la tragedia che ha sconvolto l’intera comunità. “Dante si vedeva poco per le strade della città ma non dava fastidio a nessuno. E’ una morte comunque brutta anche se probabilmente legata al dramma della solitudine. In paese non si parla d’altro”- ha aggiunto Caruso.