

SULMONA. Un medico dirigente della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila che, dopo essere stato coinvolto in un giudizio promosso dagli eredi di un paziente deceduto all’ospedale di Sulmona, aveva presentato alla propria azienda sanitaria una richiesta di “manleva”, cioè di essere sollevato dal pagamento delle spese legali derivanti da quella causa, trattandosi di fatti legati al proprio lavoro. Dopo aver chiesto ufficialmente di accedere ai documenti che riguardavano la gestione di questa richiesta, la Asl non aveva mai risposto. Per questo il medico si è rivolto al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Abruzzo, chiedendo che venisse riconosciuto il suo diritto ad accedere agli atti, e anche un risarcimento per i danni subiti a causa del silenzio della pubblica amministrazione. Il Tar ha accolto in parte il ricorso. Ha riconosciuto il diritto del medico a visionare ed estrarre copia dei documenti collegati alla sua richiesta di manleva, comprese note, relazioni, comunicazioni interne e corrispondenza eventualmente intercorsa tra la Asl e la compagnia assicurativa. Ha però escluso l’accesso a documenti come i compensi ai consulenti esterni o i pareri legali usati dalla Asl per decidere una strategia difensiva, considerandoli non strettamente legati alla situazione personale del ricorrente. La richiesta di risarcimento danni è stata respinta, poiché il medico non ha fornito prove concrete di aver subito una perdita economica o un danno di altro tipo. Infine, il Tar ha ordinato alla Asl di fornire i documenti entro 30 giorni e ha stabilito la compensazione delle spese legali, cioè ognuno paga le proprie. In conclusione, il medico ottiene accesso agli atti che lo riguardano direttamente, ma non riceverà alcun risarcimento.