
Due anni e mezzo di reclusione, pagamento delle spese processuali e risarcimenti da liquidare in sede civile. E’ la pena confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila per un 45enne originario di Foggia, residente a Castel di Sangro, finito nel mirino della giustizia per i maltrattamenti nei confronti di una ragazzina di vent’anni più giovane: lei quattordici e lui trentasei anni all’epoca dei fatti. Quattro anni da incubo quelli vissuti da una giovanissima residente in Alto Sangro che aveva avviato una relazione sentimentale con quell’adulto, ormai uomo, che le girava intorno. La decisione di interrompere la relazione da parte della ragazza, si era trasformata così in un incubo: pedinamenti, telefonate, minacce di mostrare ai genitori e ai nuovi fidanzatini foto compromettenti da lui scattate o da lei inviate, persino il divieto di trasferirsi in una città per frequentare l’università dopo il diploma. Fino al culmine, quando, conclusa la relazione già da un anno, l’uomo nel settembre del 2021, ormai quarantunenne, aveva messo fuoco all’auto della madre della ragazza, tanto da convincere la procura a prendere provvedimenti restrittivi. Per l’uomo, nel dicembre 2021, si erano aperte infatti le porte del carcere. La denuncia della vittima di maltrattamenti, assistita dall’avvocata Angela Cimini, aveva fatto partire l’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Castel di Sangro che avevano ricostruito una storia di sopraffazione. La condanna in primo grado era arrivata nel febbraio 2024. Sentenza confermata in toto dai giudici di secondo grado. All’imputato ora non resta che appellarsi alla Cassazione.









