
Apriva la porta e la perseguitava ogni volta che usciva e rientrava di casa, controllando per filo e per segno tutti i suoi movimenti. Una storia che è andata avanti per più di un anno fino a quando lei, la vicina di casa, ha deciso di fare le valigie e cambiare residenza. Per un 36enne residente a Sulmona è stata disposta la perizia psichiatrica nel corso del processo che lo vede alla sbarra per atti persecutori. La decisione è stata presa dal giudice, Irene Giamminonni, che ha accolto la richiesta del legale difensore, Chiara Maiorano. Sarà un perito a decidere se l’imputato era capace d’intendere e volere al momento dei fatti e se è pericoloso socialmente. La donna aveva presentato un esposto nel 2024, informando gli inquirenti delle continue persecuzioni. La denuncia ‘soft’ non aveva avuto seguito tanto che, stando a quanto ipotizzato, il 35enne aveva continuato a controllarla notte e giorno fino a costringerla a trovarsi un altro appartamento e quindi a modificare le abitudini di vita della vittima. I fatti sono avvenuti in una palazzina del centro storico dove, oltre ad una serie di studi professionali, le uniche abitazioni private erano quelle dell’uomo e della donna che è stata costretta a cambiare quartiere. Per l’accusa si tratta di stalking, per la difesa il 36enne aveva a che fare con alcune problematiche tanto che le sue condotte non erano veri e propri atti persecutori. Ultima parola al perito e al giudice.