SULMONA – Per quella brutale aggressione era stato sottoposto a misura cautelare dopo le indagini eseguite dal settore Anticrimine del Commissariato Ps di Sulmona. Ma oggi per M.L.D, pregiudicato sulmonese e tuttora latitante, è arrivata la sentenza di assoluzione, pronunciata dal giudice Francesca Pinacchio, per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perché manca la prova dell’aggressione perpetrata ai danni di un 44 enne di Sulmona. Era il 29 maggio 2018 quando l’imputato avrebbe aggredito l’uomo, anch’egli di Sulmona, procurandogli gravi lesioni, giudicate guaribili in 40 giorni, per le quali il malcapitato è stato sottoposto ad un intervento chirurgico presso il reparto maxillo–facciale dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila. Un’aggressione che sarebbe legata ad alcuni debiti e a vicende pregresse. Fatto sta che la vittima è divenuta incredibilmente “carnefice” in altro procedimento, nel senso che il 44 enne è finito sotto processo per favoreggiamento, per aver coperto cioè quel pestaggio, presentandosi spontaneamente in Commissariato per fornire tutt’altra versione dei fatti. Era confuso e non era sicuro che l’autore dell’aggressione era il pregiudicato dichiarò agli operatori di Polizia, beccandosi una denuncia per favoreggiamento, dalla quale ne è scaturito un processo. Anche in aula non ha confermato la deposizione iniziale, spingendo il Pm a chiedere al giudice di rimettere gli atti in Procura. Se il favoreggiamento sussiste o meno si deciderà in separata sede. Quello che appare certo è che un confidente aveva riferito alla Polizia di aver saputo dal 44 enne che era stato malmenato dall’imputato. Lo stesso era molto impaurito come riferito dagli investigatori nel corso del processo. Fatto sta che il latitante ha incassato un’assoluzione per insufficienza di prove, ovvero per non aver commesso il fatto. (a.d’.a.)
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