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SULMONA – Il De Nino-Morandi, la sede storica dei ragionieri e geometri, e la scuola primaria “Radice” sono due delle aree di accoglienza del piano di protezione civile comunale attualmente inutilizzabili. Serve l’aggiornamento del piano di protezione civile, l’atto che mette nero su bianco pratiche e comportamenti da seguire in caso di calamità o emergenze, la cui presentazione è attesa dal sisma del 2009. Al momento è tutto fermo come l’anno scorso quando il sindaco di Sulmona Annamaria Casini annunciò la revisione del piano a stretto giro. Eppure il capoluogo peligno si trova in una zona ad alto rischio sismico. L’urgenza di procedere all’aggiornamento- come si legge in un articolo di Zac da questa mattina in edicola- è dettata dall’indisponibilità di alcune aree di accoglienza che servono ad ospitare la popolazione in caso di sisma o altra emergenza. E’ il caso della scuola di via D’Andrea e di viale Togliatti, la prima chiusa dal 17 ottobre 2014 dopo i sigilli della Finanza dell’Aquila per presunti lavori sbagliati post sisma e l’altra per i lavori di adeguamento sismico che partiranno, si spera, a breve. Le altre tre aree di accoglienza dovrebbero invece essere confermate. Si tratta del palasport di via XXV Aprile, degli impianti sportivi dell’Incoronata e del Liceo Vico. Il piano di protezione civile comunale si compone anche di trenta aree di attesa, dislocate in varie zone della città, che dovranno essere raggiunte della popolazione in caso di emergenza. Ma anche qui si dovrà tenere conto di quei punti della città dove sono o devono essere aperti i cantieri. “Contiamo di chiudere questa fase di aggiornamento in un paio di mesi”- afferma il sindaco di Sulmona Annamaria Casini- spiegando che altre priorità hanno interrotto l’aggiornamento del documento. In passato molte sono state le critiche suscitate dalla mancanza di un piano di protezione civile comunale in una città il cui livello sismico è pari a 1, il più alto.

Andrea D’Aurelio

(Foto repertorio)

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