
SULMONA. Delle sei accuse contestate la condanna è arrivata solo per le lesioni aggravate dall’uso dell’arma e per la resistenza a pubblico ufficiale. Un anno e sei mesi di reclusione più il pagamento delle spese processuali per un 52enne di Sulmona che è finito oggi davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Sulmona. I fatti fanno riferimento alla sera del 18 giugno 2021 quando, in via Freda, l’uomo aveva aggredito il suo rivale in amore. Dopo aver violato il domicilio, aprendo il portone con forza e sfondando con calci la porta dell’appartamento, aveva aggredito il nuovo compagno della sua ex, colpendolo alla coscia con un oggetto da punta, probabilmente un cacciavite, cagionandogli sette giorni di prognosi, come sentenziato dai medici del nosocomio. Portato in commissariato per gli accertamenti di rito, qui aveva usato violenza e minaccia anche verso gli agenti operanti, colpendo con una mano il cofano della volante e minacciando un poliziotto al grido di “ti ammazzo non sai chi sono io”. Per tali fatti è arrivata la condanna ad un anno e mezzo di reclusione. Nel corso del processo, tuttavia, sono cadute le accuse più gravi: violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Dopo il “blitz” in via Freda, la donna aveva denunciato di essere stata percossa con condotte prevaricatrici, colpita con pugni in testa e con colpi di bastone, costretta a subire un rapporto sessuale. Un racconto che i giudici non hanno ritenuto credibile, viste le contraddizioni emerse nel corso del processo, come rilevato dall’avvocato difensore dell’imputato, Alessandro Scelli. Per questo il 52enne ha incassato l’assoluzione per le tre ipotesi di reato, a fronte di una richiesta di condanna ad 11 di reclusione, avanzata dalla procura.