
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un 52enne residente a Raiano, imputato per maltrattamenti in famiglia, nei confronti della sua ex moglie e dei figli. I giudici di terzo grado, ritenendo di non poter ammettere il ricorso, hanno confermato la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila ad un anno di reclusione, pena ridotta di sei mesi rispetto alla condanna inflitta nel 2021 dal Tribunale di Sulmona. L’uomo dovrà risarcire la sua ex in separata sede. La vicenda giudiziaria fa riferimento a fatti accaduti tra l’aprile e il giugno del 2015. Secondo l’accusa, l’imputato aveva reso impossibile la vita della sua ex, costringendola ad abbandonare l’abitazione in cui vivevano. Molti particolari erano emesi anche durante il dibattimento di primo grado, grazie alla testimonianza della vittima che aveva raccontato al i dettagli delle violenza fisiche subite tra le mura domestiche. La donna, stando alle accuse, era stata umiliata, denigrata e picchiata, al punto da abbandonare la casa familiare. Accuse sempre respinte dall’uomo, il quale ritiene che erano emerse incongruenze tra il dibattimento penale e il processo civile nel corso. La donna, in quella sede, non avrebbe fatto alcun accenno alla violenza e ai gravi fatti contestati al suo ex nel processo penale.









