
L’epidemia del Covid, che sta rallentando grazie soprattutto ai vaccini, è costata all’Italia oltre 126.000 morti e una devastazione economica paragonabile a quella della seconda guerra mondiale. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria si è sostenuto uno sforzo finanziario gigantesco: 22,8 miliardi per mascherine, tute, strutture, apparecchiature e assunzione a tempo del personale, tramite gare delle pubbliche amministrazioni. Il monitoraggio effettuato ad aprile dall’associazione Openpolis (su informazioni della Banca dati nazionale contratti pubblici) ci aggiorna anche sull’Abruzzo“. Lo afferma, in una nota, in consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci. “In regione – rende noto – finora l’importo complessivo è di 207 milioni di euro con 133 imprese aggiudicatarie: la spesa riguarda prodotti e servizi di analisi (tamponi, test, sistemi diagnostici) per 86,3 milioni di euro, mascherine e altre protezioni per 78,6 milioni, infrastrutture e arredi sanitari per 18,9 milioni. E ancora 15,1 milioni per terapie intensive, rianimazione e farmaci, 2,8 milioni per infrastrutture, arredi e attrezzature scolastiche, 660mila euro per trasporti e movimentazioni, 590mila euro per le sanificazioni e la pulizia degli spazi. Infine 210mila per i vaccini, ma solo per gli aspetti logistici e organizzativi essendo le dosi fornite a livello centrale”. Dai dati indicano le imprese che hanno ottenuto gli affidamenti più consistenti: in Abruzzo svetta la Omnia Servitia di Lanciano (un colosso nel global service) con 4,5 milioni di euro, di cui 3,6 relativi al Covid Hospital di Pescara – costato 11 milioni di euro e realizzato nella primavera 2020 grazie ai fondi stanziati dall’allora commissario per l’emergenza Arcuri (7 milioni d euro) e dalla Banca d’Italia (3 milioni di euro). Al secondo posto – prosegue Pietrucci – con 2,2 milioni c’è Elettroidraulica Silvi di Silvi (Te), poi con 2,1 milioni l’impresa Fracassa Rinaldo, seguono la Hologic Italia di Roma con 1,4 milioni, la Menarini colosso farmaceutico che all’Aquila ha un importante stabilimento, la Valleriani Enrico di Basciano (Te) e la Time rivestimenti di Pescara. Ma il dato più significativo sul piano politico è la ‘classifica’ delle stazioni appaltanti. Prima in assoluto con 52,4 milioni di euro è la Asl di Pescara, recentemente scossa dall’inchiesta su presunti appalti truccati per l’affidamento di residenze per disabili che vede inquisito anche il direttore generale Vincenzo Ciamponi. A seguire la Asl di Teramo con 48,6 milioni, l’ARIC – Agenzia regionale di informatica e committenza con 48,3 milioni, la Asl di Lanciano-Vasto-Chieti con 19,4 milioni, la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila con 16,8 milioni, poi l’Istituto Zooprofilattico con 11,1 milioni, e infine direttamente la Regione Abruzzo con 5,1 milioni. Insomma – rileva il consigliere – emerge un evidente, assurdo squilibrio: la provincia dell’Aquila che purtroppo ha avuto il maggior numero di positivi ed è prima per numero di casi in rapporto agli abitanti, ha visto un investimento complessivo quasi quattro volte inferiore a quello di Pescara. Con conseguenze sull’assetto delle strutture, sui servizi e sull’offerta sanitaria che – dopo il Covid – produrranno discriminazioni immotivate e ingiuste penalizzazioni. C’è da chiedersi quanto abbiano dormito, o siano stati complici, gli assessori regionali aquilani e i vertici della ASL1″.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, ancora rinunce, in Abruzzo, da parte di persone under 60 che avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca e non hanno voluto eseguire il ‘richiamo’ con un vaccino differente. “Non sono numeri elevatissimi, ma pesano sul bilancio di fine giornata in termini di dosi somministrate”, afferma il coordinatore regionale della campagna vaccinale, Maurizio Brucchi. In ogni caso, la maggior parte delle persone non ha manifestato contrarietà verso la seconda dose eterologa e i richiami misti vanno avanti. Mentre tutti invocano indicazioni chiare, alcuni hub vaccinali abruzzesi hanno messo in “stand by” la somministrazione alle persone under 60 che, in sede di appuntamento, hanno comunque chiesto AstraZeneca anche per la seconda dose: ai pazienti è stato fatto firmare un documento in cui si prendeva atto della richiesta, rinviando ai prossimi giorni ulteriori comunicazioni. Situazione differente per coloro che hanno rinunciato a tutti gli effetti alla seconda dose, i quali, se cambieranno idea, passeranno in coda. Nel frattempo, per i prossimi giorni, dovrebbe arrivare una consegna straordinaria di alcune migliaia di dosi, tra Pfizer e Moderna.