
La Asl 1 ha aperto l’indagine sull’intossicazione alimentare che ha colpito otto persone, tra cui diversi turisti australiani. Gli ispettori dell’azienda sanitaria hanno avviato i primi contatti con le persone coinvolte per escludere un sospetto patogeno. Il lavoro certosino spetterà ora al servizio igiene e alimenti, diretto da Maddalena Scipioni, chiamato a scoprire le cause dell’intossicazione. “Compito del servizio sarà quello di effettuare i controlli al locale sui prodotti utilizzati, procedere con il tracciamento, risalire alla fonte dell’intossicazione e accettare se sono state rispettate le procedure di conservazione o se invece c’è stata una manipolazione di alimenti”- spiegano dal servizio Sian della Asl 1. Da escludere una salmonella poiché in quel caso si sarebbero attivati anche gli operatori del servizio igiene e prevenzione. “Noi facciamo la nostra indagine solo in caso di segnalazioni di malattia infettiva o diffusiva. Non è questo il caso. Quello che è certo è che sarà l’indagine dei colleghi ad accertare la fonte dell’intossicazione. Bisognerà ricostruire anche i movimenti del gruppo. Non è detto che i sintomi siano legati al locale”- aggiunge Enrico Giansante, direttore del Siesp della Asl 1. La comitiva degli otto era stata a cena in una pizzeria del centro storico prima di accusare i sintomi di vomito e nausea. Tutti si erano recati nel pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona e tre di loro erano stati tenuti sotto osservazione con cure specifiche prima delle dimissioni. Dal pronto soccorso è partita quindi la segnalazione per l’indagine della Asl che dovrà accettare se, ad esempio, gli otto hanno consumato altri alimenti al di fuori della pizzeria, ad esempio con aperitivi in albergo o in altri locali. In città intanto è partita la caccia alle streghe che viene frenata dai ristoranti e titolari di pizzerie, solidali con i colleghi dove è avvenuto il fatto. “Invito tutti a non trasformarsi in leoni da tastiera o giudici improvvisati. Può capitare a chiunque, nonostante l’attenzione e la professionalità, di imbattersi in eventi spiacevoli. Nessuno è immune da situazioni del genere. Meglio sostenere chi lavora con scrupolo, serietà e dedizione piuttosto che puntare sempre il dito contro”- osserva Federica Petrilli, ristoratrice in città che ha espresso solidarietà. Un altro caso di intossicazione si era registrato a ferragosto in un casolare di campagna a Pettorano sul Gizio quando, dopo il pranzo, altre otto persone erano finite in ospedale. A causare l’intossicazione era stata probabilmente la cattiva conservazione della crema di formaggio che ha scatenato il batterio della salmonella.









