SULMONA – I sintomi lievi, dovuti al Covid-19, li ha avvertiti solo i primi tre giorni, prima di sottoporsi al tampone molecolare. Era il 2 novembre. E’ passato un mese e mezzo ed attende ancora la negativizzazione. “Prigioniera†e segregata nella sua abitazione dove si trova in isolamento come positiva asintomatica. Per giunta disoccupata. Per cui non deve rientrare sul posto di lavoro dove viene richiesto necessariamente un tampone negativo. La storia che ha dell’incredibile vede protagonista una giovane di Sulmona che si è rivolta alla nostra rubrica “Raccontalo al Mister†per lanciare il suo grido di dolore. Uno sfogo-denuncia che ricalca in pieno il calvario dei positivi asintomatici, quelli che al ventunesimo giorno sarebbero “liberi†grazie all’ultimo decreto, almeno in alcune condizioni: non devono essere immunodepressi né avere patologie pregresse e devono essere del tutto asintomatici da almeno una settimana. E’ il caso della giovane che ha chiesto al suo medico curante il certificato che permette all’azienda sanitaria di chiudere la sorveglianza attiva. D’altronde, in base alle recenti disposizioni, dopo tre settimane e a quelle condizioni, si perde la carica virale. Ma il curante ha deciso di attendere il tampone negativo. “E’ un mese e mezzo che sono chiusa in casa. Non so più come fare. Ho programmato tamponi su tamponi e ho chiesto più volte al medico di rilasciare un certificato. D’altronde non devo rientrare sul posto di lavoro e in casa mi sono subito isolataâ€- si sfoga la giovane. Il rilascio del certificato medico è a discrezione del curante. In questo caso si è preferito aspettare il tampone negativo per scrupolo e prudenza. Ma il calvario per la giovane va avanti da un mese e mezzo. La speranza è che la negativizzazione arrivi sotto l’albero. Almeno quello.
Andrea D’Aurelio