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SULMONA – Si stava recando nell’area triage del vecchio pronto soccorso per prestare l’assistenza sanitaria a uno dei detenuti Covid che stazionano nel nosocomio in attesa di ricovero. Ma durante il percorso è caduto lungo la scalinata, provocandosi una frattura alle costole. Protagonista della vicenda è un medico del pronto soccorso dell’ospedale cittadino che ha rimediato trenta giorni di prognosi dopo la rovinosa e rocambolesca caduta. L’incidente si è verificato ieri, durante l’orario di servizio, mentre il dottore stava percorrendo il lungo itinerario che collega il pronto soccorso al pre-triage dell’ospedale dell’Annunziata che resta delocalizzato. Un lungo giro dell’isolato che costringe il medico di turno in pronto soccorso a fare la spola da via Montesanto a viale Mazzini, ovvero da un capo all’altro del presidio ospedaliero e della città. Una criticità ovvia e inconfutabile, che è stata immortalata anche in un nostro servizio-inchiesta diventato virale, che deve aver toccato le corde del cuore e non solo per smuovere anche i vertici dell’azienda sanitaria. Lo spostamento del pre triage non si è ancora concretizzato come pure i lavori per l’adeguamento dei percorsi sono stati affidati tramite accordo quadro dopo la gara andata deserta. Fatto sta che, per via di questi continui movimenti, il pronto soccorso si ritrova ad operare con una unità in meno in tempo di pandemia. Con ordine di servizio della Asl sono stati assegnati cinque medici al pronto soccorso per le prestazioni no Covid ma al momento solo due sono stati inseriti nelle turnazioni ufficiali. I ritmi di lavoro continuano quindi ad essere pesanti e insostenibili e alle porte ci sono le festività. E’ dell’altro giorno la notizia di un altro operatore sanitario che, per un colpo di sonno, è uscito fuori strada con la sua auto privata durante il giorno di riposo dopo venti giorni di lavoro continuativi. Gli addetti ai lavori sono praticamente stremati con ovvie ripercussioni sull’intero sistema.

Andrea D’Aurelio

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