
La vicenda dei 150 lavoratori precari del settore tecnico e amministrativo della ASL 1 dell’Aquila è ormai al centro di un acceso confronto politico e sociale. Al termine di un lungo silenzio, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha rilasciato un’intervista che ha sollevato un vero polverone. Le sue dichiarazioni – dure, nette, polemiche – non sono passate inosservate e hanno trovato una pronta e decisa risposta da parte dei lavoratori coinvolti, dei sindacati e delle opposizioni.
“Scudi umani” e silenzi assordanti
Nel cuore dell’intervista concessa ad AbruzzoWeb, il primo cittadino ha puntato il dito contro “una certa politica” e “un certo tipo di sindacati” accusandoli di usare i precari “come scudi umani”, illudendoli con promesse di internalizzazione impossibili da mantenere. Per Biondi, infatti, “non esiste alcuna norma che possa garantire l’assorbimento dei precari in società come Abruzzo Progetti”, e bloccare il concorso pubblico in corso per dare priorità ai lavoratori delle cooperative sarebbe “ingiusto e illogico”. Queste affermazioni hanno suscitato indignazione tra i lavoratori, che da giorni presidiano le piazze per chiedere non favoritismi, ma tutele e soluzioni. In una lettera aperta al sindaco, i precari hanno ribadito di non voler bloccare alcuna graduatoria, ma di chiedere solo l’apertura di un tavolo istituzionale per discutere del loro futuro, con la possibilità di trovare una via che tuteli sia il merito che la dignità di chi ha lavorato per oltre vent’anni nella sanità pubblica.
La sanità che scricchiola
La vertenza si inserisce in un contesto già gravemente compromesso. La Regione Abruzzo, sotto la guida del presidente Marsilio, sta cercando di contenere un debito sanitario di oltre 113 milioni di euro, e la mancata proroga dell’appalto per i servizi tecnici e amministrativi rientra tra le misure di contenimento della spesa. Tuttavia, in molti – a partire dal consigliere regionale PD Pierpaolo Pietrucci – accusano l’attuale giunta regionale di aver peggiorato la situazione con una gestione inefficace e priva di visione. “La verità – afferma Pietrucci – è che questi 150 lavoratori rischiano di finire per strada a causa dell’assenza totale di programmazione. Parlare di ‘scudi umani’ è offensivo e inaccettabile. Biondi ha il dovere di stare al fianco di queste persone, non di attaccarle”.
Tra concorsi, promesse e responsabilità
Il sindaco difende invece la sua linea d’azione, ricordando i precedenti di stabilizzazione nel Comune e in altre partecipate come Ama e Inps Servizi. Afferma di aver lavorato “in silenzio”, e accusa chi protesta in piazza di fare solo propaganda. Ma la realtà, per molti lavoratori, è che questo silenzio è stato fin troppo lungo, e oggi rischia di trasformarsi in un abbandono. Il concorso per 53 posti – con possibilità di estensione a 123 – è in corso, ma non prevede alcuna riserva per i lavoratori delle cooperative. E chi, pur avendo garantito per anni la continuità dei servizi, oggi non riesce a rientrare tra i vincitori, si troverà senza un lavoro e senza tutele.
Un appello al dialogo
Quello che emerge con forza è la richiesta di un confronto serio, istituzionale, trasparente. “Sindaco, convochi un incontro – dicono i lavoratori – non importa dove e quando. Siamo pronti a sederci e trovare una soluzione. Ma non ci dica di arrangiarci”. Un appello condiviso anche da parte dell’opposizione, che chiede di riportare la questione nelle sedi appropriate e di trattare i lavoratori non come numeri, ma come persone. La vertenza dei precari della ASL 1 non è solo una questione di posti di lavoro: è il simbolo di un sistema sanitario in crisi, di un rapporto logoro tra istituzioni e cittadini, e di una politica che – troppo spesso – si divide sulle parole quando dovrebbe unirsi sulle soluzioni.