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SULMONA. Accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione di soggetti detenuti. Con questa accusa un ergastolano del carcere di massima sicurezza di Sulmona, G.P, è stato rinviato a giudizio l’altro giorno dal giudice predibattimentale del tribunale di Sulmona, Concetta Buccini. L’uomo, l’11 luglio 2023, era stato sorpreso con uno smartphone in cella e con un caricabatterie dagli agenti di polizia penitenziaria, nell’ambito dei controlli disposti all’interno della struttura. Il soggetto che ha introdotto il device dietro le sbarre è rimasto ignoto. L’imputato si è difeso, spiegando che lo smartphone non era il suo. Tuttavia nell’udienza filtro è stato fissato il giudizio con rito abbreviato per il prossimo 29 settembre. E’ l’ennesimo caso che dimostra la diffusione di un fenomeno nel carcere peligno che, soprattutto nell’ultimo periodo, si sta allargando a macchio d’olio. Il sospetto che è lo “spaccio” dei telefoni avvenga tramite droni. Lo scorso sabato era partita una segnalazione ai carabinieri dalle campagne del carcere. Lì, il 24 aprile, erano stati fermati e denunciati due napoletani. Solo da gennaio ad oggi sono stati sequestrati almeno una ventina di dispositivi. L’idea, condivisa dal Ministero, è quella di schermare l’area per evitare contatti con l’esterno.

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