

SULMONA. “Nel corso delle indagini preliminari sono emerse contraddizioni riguardo la versioni fornite tra la persona offesa e il suo nucleo familiare”. Con questa motivazione il sostituto procuratore della repubblica di Sulmona, Stefano Iafolla, ha presentato la richiesta di archiviazione al gip per l’ex preside E.T. e la broker sulmonese K.V., accusate di usura in concorso. L’inchiesta era partita con la denuncia di una donna romena che gestiva un autolavaggio la quale, dopo essere stata aggredita da una donna 50enne che chiedeva il pagamento di rate e interessi, era stata ridotta in fin di vita per i colpi ricevuti in testa con una chiave inglese. La vittima aveva raccontato tutto alla polizia, facendo i nomi sia di altri tre componenti della famiglia della 50enne e poi di E.T. e K.V., clienti dell’autolavaggio. Dalle indagini effettuate dall’ex sostituito commissario, Daniele L’Erario, era venuto fuori che dal 2014 e fino ai primi mesi del 2018, a fronte di un prestito iniziale di duemila euro, le due professioniste “si erano fatte consegnare, dalla proprietaria dell’autolavaggio, la somma complessiva di 6mila euro con l’applicazione del tasso di interesse pari al 240 per cento”. Accuse che le due indagate, difese dall’avvocato Alessandro Margiotta, hanno sempre respinto, sostenendo che avevano prestato denaro senza pretendere nulla in cambio. Niente usura secondo le due professioniste che, nel 2019, erano state arrestate. Toccherà ora al gip decidere se archiviare o meno il caso. Per l’altro filone legato all’aggressione in sei sono comparsi ieri davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli. Per tutti, accusati a vario titolo di usura e tentato omicidio, la procura aveva chiesto il processo, sempre sulla base delle indagini effettuata dalla squadra anticrimine che aveva scoperto il giro di usura dopo il blitz nell’autolavaggio.