banner
banner

SULMONA – La violenza dietro un’identità fasulla, un avatar dietro il quale nascondersi. L’ultimo episodio balzato alle cronache, quello della presunta violenza sessuale ai danni di una 27 enne di Sulmona, fa emergere un nuovo paradigma di violenza, che passa attraverso il mondo virtuale. A parlarne ai nostri microfoni è la psicologa, Nicoletta Romanelli, che ogni settimana ci sta accompagnando oltre la cronaca, per approfondire i risvolti sociali dei vari fenomeni presenti sul territorio. La violenza, al di là del caso in questione, è figlia di un approccio culturale pressocchè scarso. “Nonostante la violenza sessuale sia un reato gravissimo contro la persona ė dura a morire l’attribuzione di responsabilità nei riguardi di chi subisce tale crimine. Nel caso in oggetto le autorità e le figure sanitarie preposte stanno vagliando la situazione. Nei social è facile subire l’attrazione di personaggi che si creano una identità fasulla, un avatar dietro il quale nascondersi. Non di rado i predatori sessuali agiscono adescando potenziali prede in rete per poi consumare fantasie ed agirle sotto forma di violenza”- afferma Romanelli. Dalle informazioni raccolte sembrerebbe che la 27 enne avrebbe invitato in casa un uomo conosciuto proprio in una chat. La stessa si sarebbe presentata in pronto soccorso, assieme al padre, riferendo di essere stata “violentata per sette ore”. Un arco temporale ampio che pone i dovuti interrogativi. Per questo sono in corso tutti gli accertamenti, sanitari e investigativi, per venire a capo della delicata vicenda. Vale la pena riflettere, in ogni caso, sulla nuova frontiera e sulle nuove modalità d’incontro, condizionate anche dalla pandemia che ha ridotto almeno in una prima fase i contatti diretti. (a.d’.a.)

Lascia un commento