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Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la 63 enne di Pratola Peligna, arrestata nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte mazzette sulla sanità, condotta dalla Procura della Repubblica di Pescara. Una scelta quella fatta in sede di interrogatorio di garanzia per le stesse ragioni degli altri due indagati già apparsi davanti al giudice per le indagini preliminari: i legali hanno avuto troppo poco tempo per leggere gli atti per cui è necessario un approfondimento. La richiesta di arresti infatti è piuttosto corposa, 1.500 pagine, con l’ordinanza cautelare che ne conta 600. I difensori hanno quindi necessità di tempo per conoscere in maniera puntuale i fatti che vengono contestati ai cinque arrestati. “La mia assistita – ha detto ai cronisti l’avvocato Di Girolamo – si è avvalsa della facoltà di non rispondere perché per affrontare tutte le questioni e le contestazioni che le vengono mosse occorre uno studio approfondito degli atti”. Mercoledì è fissato l’interrogatorio dell’imprenditore, principale indiziato. Nel mirino dell’inchiesta, coordinata dal pm Andrea Di Giovanni, cinque gare di appalto indette dalla Asl per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro. I cinque arrestati sono accusati di turbativa d’asta e corruzione. La funzionaria pratolana, in particolare, avrebbe orientato le gare per la sua scalata professionale. L’inchiesta in totale conta 13 indagati, tra i quali ci sono il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e l’ex sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli.

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