
“Quando sono stata offesa non avevo fatto alcun passaggio ad alcun partito politico”. E’ il commento dell’ex consigliera comunale, Roberta Salvati, all’indomani della decisione della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna all’ex primo cittadino Bruno Di Masci, rinviando gli atti alla Corte d’Appello. “Nel 2018 ero presente in consiglio comunale con una lista civica e ho aderito alla Lega solo nel dicembre 2019”- ricorda la Salvati, secondo la quale l’epiteto di “zoccola” non può riferirsi alla sfera politica ma alla denigrazione della persona. Sul punto si pronunceranno i giudici della Corte d’Appello. La vicenda risale al 12 settembre 2018. Le parole proferite da Di Masci finirono prima in consiglio comunale, poi in Procura. L’ex consigliere utilizzò l’espressione mentre era al telefono, in un locale privato, venendo registrato da una persona presente. L’audio venne divulgato su whataspp, arrivando anche nel telefono cellulare di Roberta Salvati. Per colei che divulgò l’audio è arrivata l’archiviazione. Per Di Masci, invece, la vicenda processuale non è terminata. Il 12 dicembre 2023 il giudice di Pace, Gianna Cipriani, lo aveva assolto dal reato di diffamazione aggravata. Nel giugno dello scorso anno la sentenza di condanna, emessa dal giudice del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio che aveva ribaltato la decisione. Oggi il nuovo capitolo scritto dalla Cassazione, che ha annullato la condanna a 900 euro di multa e 5800 di pagamento delle spese processuali, per un romanzo giudiziario non ancora terminato.








