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SULMONA – Nel nome di Jamm’mo. L’associazione si dice pronta alla mobilitazione per scongiurare la chiusura del punto nascita. “La sopravvivenza del servizio è fondamentale per garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri. In particolare, non si può trascurare che, fin dal primo giorno di gravidanza, le donne possono accusare problematiche che necessitano di interventi immediati ed incompatibili, quindi, con il raggiungimento di presidi ospedalieri distanti svariati chilometri”- tuonano dall’associazione spiegando che “si precluderebbe, così, a priori la possibilità di preservare la vita fin dalla sua fase iniziale. Vogliamo ricordare che il punto nascita di Sulmona funge come punto di riferimento di una vasta area che comprende: la Valle del Sagittario, la Valle Peligna, la Valle Subequana, l’ Alto Sangro e l’Alta Val Pescara. La soppressione, pertanto, di questo importante servizio determinerebbe l’isolamento da parte di tanti cittadini residenti in paesi distanti più di 90 minuti di percorrenza dal punto nascita più vicino. Il punto nascite di Sulmona non raggiunge il tetto minimo di 500 parti fissato dal decreto Lorenzin, ma è pur vero che altre regioni per motivi orografici sono andate in deroga. La Toscana è un esempio di regioni che hanno deciso di mantenere aperti quattro punti nascite al di sotto dei 500 parti”. Dall’associazione arriva quindi “un appello alle istituzioni affinché si facciano interpreti e garanti di questa battaglia di dignità e dei bisogni di salute dei cittadini. Le spoliazioni continue di questo territorio mortificano la dignità e le legittime aspettative di tanti giovani che vorrebbero continuare a vivere nei luoghi natii”. “Non possiamo continuare ad accettare che venga decretata la morte di un intero territorio con una grande storia”- conclude Jamm’mo- “e di una città che vorrebbe ambire ad essere una risorsa per l’Abruzzo intero, attraverso la sua cultura, i suoi paesaggi e la sua arte”.

Andrea D’Aurelio

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