
Quasi mezzo chilo di cocaina purissima e cinque telefonini, oltre ad una pistola “softair” la cui legittimità dovrà essere verificata. Dovranno rispondere di spaccio in concorso un 31enne di Sulmona, la sua compagna di 30 anni e un 54enne del napoletano, raggiunti da un avviso di garanzia emesso, al termine delle indagini preliminari, dalla Procura della Repubblica di Sulmona. La vicenda risale al 4 gennaio 2021 quando il 31enne e il 54enne erano stati arrestati in flagranza di reato dagli agenti del commissariato di Sulmona nel corso di un’operazione antidroga. Il primo era stato rimesso in libertà nel corso dell’interrogatorio di convalida e l’altro, inquadrato dagli inquirenti come fornitore, era finito in carcere. La lente della magistratura, successivamente, si è focalizzata anche sulla posizione della donna, accusata di agire in concorso con il compagno e di conoscere i movimenti per quella “partita” di droga. La 30enne si spostava in auto con il compagno, già noto alle forze dell’ordine. Il concorso di reato, secondo la Procura, si evince dalle intercettazioni effettuate dalla squadra anticrimine del commissariato cittadino. A far insospettire gli agenti, quella sera di quattro anni fa, erano state le manovre sospette dell’auto del giovane che più volte si era diretto verso il casello autostradale di Pratola Peligna. Gli agenti della volante lo avevano così seguito, nonostante i due, probabilmente nel timore di essere seguiti, avessero fatto manovre diversive per far perdere le loro tracce. La polizia però non aveva mollato e conoscendo il soggetto, era intervenuta, anche con l’ausilio di personale in borghese, in un’abitazione del centro storico, sorprendendo i due sul fatto al momento dello scambio. Dalla perquisizione era venuto fuori quindi un panetto di cocaina (con 407 grammi di droga), imbustato sottovuoto e corredato da uno strato di senape e maionese, evidentemente per eludere eventuali controlli da parte dei cani antidroga. L’inchiesta si è poi allargata alla compagna del 31enne. I tre, che respingono le accuse, rischiano ora di finire sotto processo.









