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SULMONA -  Era affetto da sclerosi multipla e ogni giorno viveva con l’ansia di contrarre il Covid, aspettando la telefonata della Asl dell’Aquila per l’inoculazione del vaccino. Quotidianamente prendeva contatti con il centralino per chiedere quando veniva chiamato, visto il suo codice di priorità. Ma a quell’appuntamento tanto atteso non ci è mai arrivato. Un 50 enne di Sulmona  è morto questa notte nell’ospedale cittadino  in seguito a una crisi respiratoria. Non si sa ancora se il decesso è dovuto o meno al virus  visto che l’uomo, prima di essere preso in carico dalla struttura sanitaria, non era positivo ma ogni giorno viveva con il suo cruccio, di togliersi cioè il pensiero e farsi inoculare la prima dose di vaccino. La storia riaccende in ogni caso i riflettori sulla categoria fragile che trascorre le sue giornate in preda all’ansia e alla paura di incappare nel contagio con gravi conseguenze per la salute. “Nonostante la sua condizione ,ti aveva detto che era disposto a fare una battaglia perché venissero immediatamente somministrati vaccini alle persone che stavano male. Una paura che lo faceva correre contro il tempo, un tempo che però non gli è bastato”- racconta Catia Puglielli del Tribunale della sanità– “non capiva perché nonostante tutti codici di priorità non riuscisse ad ottenere un vaccino. Nessuno dà risposta. Per questo oggi io chiedo a gran voce alle persone che sono state elette e che hanno il potere e gli strumenti in mano per poter lottare di difendere i diritti dei più deboli. Cosa avrei fatto io al posto vostro? Avrei spaccato il mondo pure di difendere i più deboli.
Per me oggi non essere riuscita ad aiutare un amico è una grande sconfitta ma non lascerò che il suo grido di dolore rimanga inascoltato”. Una morte che apre una ferita dinanzi un sistema sanitario che, dovendo fare i conti con organici e dosi a disposizione, non riesce sempre a stare dietro alle istanze dei più deboli.

Andrea D’Aurelio

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