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SULMONA – Avrebbe posto in essere atti sessuali con una ragazzina, minore di 14 anni, per il solo fatto di essere amico di famiglia. Per un 58 enne residente in Alto Sangro è arrivata oggi la “sentenza bis” di condanna, pronunciata dalla Corte d’Appello dell’Aquila, a cinque anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali per 3 mila euro, l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni, il risarcimento della persona offesa da liquidarsi in sede civile. I fatti fanno riferimento al 2011 e 2012 e sarebbero stati commessi tra Sulmona ed Avezzano. L’imputato avrebbbe posto in essere più azioni esecutive nonchè atti sessuali nei confronti di una minore di 14 anni, approfittando dell’amicizia verso i genitori della stessa e della conseguente possibilità di frequentarsi nelle rispettive abitazioni, stringendola fortemente a sè, baciandola sulle labbra, raccontantole barzellette a sfondo erotico con la promesse di fargliele “vedere reali”, descrivendo e minacciando atti sessuali, toccandosi i genitali in presenza della ragazzina che sarebbe stata invitata anche ad esercitare autoerotismo. Una storia raccapricciante e dai contorni preoccupanti che è finita sul tavolo della magistratura nell’ottobre 2013 dopo la denuncia della piccola e della famiglia alla Squadra Anticrimine del Commissariato Ps di Sulmona. Oggi la Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato la sentenza di primo grado, rilevando che “il legislatore prescinde totalmente dalla manifestazione del consenso della vittima, la presenza di un esplicito dissenso non consente di ridurre il fatto ai casi di minore gravità”. La famiglia è stata assistita in giudizio, come parte civile, dall’avvocato Alessandro Tucci.

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