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SULMONA – Sette mesi di reclusione, 300 euro di multa e 27 mila euro di risarcimento alla parte civile. E’ questa la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona a M.C., 51 enne di Napoli, imprenditore del comparto della ristorazione che è finito oggi alla sbarra per il reato di truffa. Un raggiro bello e buono secondo la Procura e i Carabinieri della compagnia di Castel Di Sangro che, con il Luogotenente Domenico Cavalca, curarono l’attività d’indagine dal 17 febbraio 2013 al 31 maggio 2014. L’inchiesta dei militari portò ad accertare che l’imprenditore si sarebbe fatto consegnare 22 mila in contanti da una dipendente mediante il raggiro consistito nel promettere alla donna di farla entrare in società al 50 per cento nella gestione del ristorante situato a Roccaraso. Il 6 giugno del 2013 il 51 enne avrebbe quindi condotto la sua aspirante socia da un consulente del lavoro per la firma di un atto di ricognizione dei propri beni immobili per poi licenziarla e lasciar scadere infruttuosamente il termine per la costituzione della società, dopo aver impiegato il capitale ricevuto per spese esclusivamente personali. La dipendente, assistita dall’avvocato Enrico Tedeschi, ha confermato i fatti. Per questo il giudice ha condannato l’imprenditore alla pena di 7 mesi di reclusione più multa e risarcimento. Un “vizio” che è costato caro all’uomo condannato in precedenza per analogo procedimento discusso nel Tribunale di Lanciano.

Andrea D’Aurelio

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