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SULMONA – Parte degli esami del sangue che aveva richiesto non sono stati processati tant’è che è stata costretta a ripetere un nuovo prelievo. Protagonista della vicenda è una donna residente a Sulmona che racconta la sua disavventura ad Onda Tg. La sulmonese si era recata negli uffici del Cup, nel giorno nero delle code e degli assembramenti sotto la pioggia, riuscendo a prenotare la prestazione sanitaria richiesta solo nel pomeriggio. A Sulmona la prima data utile era disponibile nel giro di cinque giorni. Per questo la donna, su proposta degli operatori, decide di farsi erogare il servizio a Pratola Peligna. Scaricando il referto nel formato digitale si accorge che una parte degli esami prenotati non era stata inserita. Per cui torna in ospedale per chiedere spiegazioni. Inizialmente il personale pensava ad una consegna incompleta invece, stando ad ulteriori accertamenti, è venuto fuori che una parte degli esami richiesti non erano stati proprio processati per un disguido interno. Nel senso che la documentazione non era stata presa minimamente in considerazione. Una vera e propria odissea da referto che ha costretto la donna a ripetere le analisi mancanti il giorno stesso. La malcapitata si è quindi presentata nell’ospedale di Atri, dopo aveva prenotato una prestazione sanitaria, senza gli esami richiesti. O almeno non tutti. Per cui dovrà inviarli in un secondo momento in via telematica. Nessuna tragedia. Per carità. Ma secondo la donna la delocalizzazione di alcuni servizi deve essere meglio gestita. Un disservizio che può sorgere soprattutto in un momento dove la carenza di personale arriva ai massimi storici. Ma l’utenza non può pagarne le conseguenze soprattutto quando deve sottoporsi a prestazioni importanti, prenotate mesi e mesi addietro. (a.d’.a.)

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