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SULMONA – Le regionali in Abruzzo si chiudono con una brusca accelerazione della Lega, che diventa il primo partito con il 27,5 per cento, riuscendo addirittura a raddoppiare i consensi raggiunti alle politiche del 4 marzo 2018, quando arrivò al 13,9 per cento. L’exploit del Carroccio in Abruzzo, che alle regionali del 2014 non si era presentato, ha registrato 164.154 voti, con capofila la provincia di Teramo (46.079), seguita da Chieti (44.550), Pescara (41.040) e L’Aquila (32.485). Flessione per il Pd, terzo partito in Abruzzo, che con l’11,5 per cento perde oltre il 14 per cento di consensi rispetto alla regionali 2014, quando ottenne il 25,5 per cento, quindi con oltre 105 mila voti in meno. Segno meno anche per il M5S, che passa dal 20,99 del 2014 al 19,70 per cento, con 23 mila voti in meno. Confronto più aspro se confrontato con il 40% delle Politiche del 4 marzo dello scorso anno. Il combinato disposto dei risultati di questa tornata amministrativa consegna quindi l’Abruzzo al candidato di centrodestra Marco Marsilio, il quale si aggiudica con ampio margine lo scranno di presidente della regione incassando oltre il 48 per cento dei voti, contro circa il 31,3 del candidato di centrosinistra Giovanni Legnini e staccando di 28 punti percentuali la candidata del Movimento Cinquestelle Sara Marcozzi, che ha raggiunto il 20,2 per cento. La coalizione di centrosinistra, che ha appoggiato l’ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha in ogni caso raccolto un risultato significativo, 31,28%: oltre al Pd, erano 7, infatti, le liste a sostegno di Legnini, compresa quella di Liberi e Uguali che alle politiche del 2018 aveva corso in modo indipendente. In sostanza il centrodestra, che viaggia ormai a trazione Carroccio, esce vincente da questo test elettorale del 2019 grazie a una formazione ‘classica’ del rassemblement, vale a dire insieme a Forza Italia, Fratelli d’Italia e le altre forze centriste. In questo modo la regione Abruzzo risulta essere il settimo territorio guidato da una coalizione di centrodestra, insieme a Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Molise e Sicilia. In deciso calo il dato sull’affluenza: in totale ha raggiunto il 53,11%, facendo segnare un calo di 22,14 punti percentuali rispetto alle politiche del 4 marzo 2018 (75,25%). (a.d’.a.)

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