
SULMONA. “Mi hanno costretta ad avere rapporti sessuali più volte. Mi sono difesa tanto che uno di loro ha anche graffi”. Ha confermato le accuse la ragazzina di 12 anni, abusata e ricattata con i video a Sulmona da tre giovanissimi, che oggi è stata sentita in colloquio protetto davanti ai magistrati della Procura del Tribunale per i Minorenni dell’Aquila. Oltre tre ore e mezza di deposizione per ricostruire una storia dai contorni preoccupanti e raccapriccianti. La dodicenne, accompagnata dalla sua avvocata Maria Grazia Lepore, è stata sentita dal sostituto procuratore Angela D’Egidio e da uno psicologo. Genitori e avvocata hanno atteso all’esterno. Al magistrato la dodicenne ha affidato il racconto dei due anni da incubo. La vittima, vista la delicatezza del caso, è stata scortata dai carabinieri della compagnia di Sulmona prima e dopo il colloquio protetto per garantire la massima discrezione e protezione. I tre giovanissimi sono indagati per violenza sessuale aggravata in concorso e pornografia minorile. Contro ignoti il fascicolo aperto dagli inquirenti per revenge porn. Non è escluso che altri giovani possano essere denunciati nei prossimi giorni, dopo che i magistrati avranno dato il via alle analisi dei dispositivi elettronici sequestrati nelle abitazioni degli indagati. Le analisi tecniche riguarderanno telefonini, computer e dispositivi elettronici sequestrati nei giorni scorsi dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Sulmona che conducono le indagini. Un vaso di Pandora che rischia di coinvolgere tanti altri giovani – una quarantina quelli di un gruppo WhatsApp – che potrebbero aver diffuso e commentato i video dell’orrore.









