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SULMONA – “Una serie di bugie e di errori tecnici. Una situazione che trovo imbarazzante”. Così l’ex assessore comunale al personale, Cristian La Civita, torna alla carica sulla riorganizzazione della macchina amministrativa e replica al sindaco Annamaria Casini che nella rubrica “Un Occhio per Tutti” aveva lasciato intendere che quanto fatto prima dell’ultimo rimpasto di Giunta ( aprile 2018) non è stato efficace. La Civita non ci sta a digerire la ricostruzione del primo cittadino. Parla di “assoluta follia” in riferimento alla delibera di svecchiamento dell’ente ma prima presenta il conto al sindaco. “La Casini trova già un’impalcatura della riorganizzazione. Se è vero che va fatta nei primi sei mesi, perché lei non è riuscita a farla in dieci mesi, da quando tiene in mano la delega?”- si chiede La Civita che rendiconta il suo operato di assessore al personale in quanto a delibere e dei regolamenti approntati: regolamento per funzionamento uffici (rogus), quello sulla produttività dei dipendenti comunali, la ricostruzione del fondo dei Dirigenti fermo dal 1999, regolamento accesso all’impiego del comune di Sulmona, regolamento Polizia Locale (non di competenza del sindaco), delibera macro. “Ho sentito dire che la riorganizzazione non è solo una delibera ma difficilmente le cose si possono fare senza le carte”- rincara La Civita che non usa mezzi termini per definire una “follia assoluta” la delibera di svecchiamento dell’ente. “E’ un atto inutile perché a che serve una delibera di questo tipo quando il Dirigente D’Eramo fra poco andrà in pensione come pure il Comandante della Polizia Locale, tenendo conto del preavviso di sei mesi?”- si chiede l’ex assessore che si è trovato in sintonia con la Casini solo sullo sportello unico. “Mi ero già portato avanti con il lavoro e ho fatto incontri con progettisti che hanno riorganizzato sportelli di terza generazione. Avevo preso contatti per realizzarlo nella sede dell’ex Carispaq e avevamo già preso appuntamento per partire verso Mantova. Il professionista mi disse che per una vera e propria rivoluzione ci volevano due anni e lì ho cominciato a scalpitare contro l’amministrazione in modo tale che a fine legislatura potevamo avere un vero risultato e non quello di facciata”- conclude La Civita che invita la Casini a rassegnare le dimissioni non da assessore al personale ma da sindaco della città.

Andrea D’Aurelio

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