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PETTORANO SUL GIZIO – Pronti ripartenza via. Ma è una ripartenza? E’ la domanda che continuano a farsi i ristoratori alla luce delle disposizioni impartite dal governo per il calendario delle riaperture. Domani 26 aprile si torna in zona gialla e i ristoranti potranno tornare a servire al tavolo, rigorosamente all’aperto. E scatta l’ansia del “cielo e pecorelle”, per dirla con le parole di Milena Ciccolella del Ristorante “il Torchio”, che abbiamo deciso di intervistare se non altro per il menù della ripartenza, ovvero la dedica di ogni piatto ad un personaggio di questa gestione della pandemia. Un’idea sui generis e diversa per rileggere il difficile momento vissuto con le spese che vanno avanti  e i ristori neanche a dirlo. Per poter tornare a lavorare a pieno regime bisogna avere spazi adeguati, sperare nella clemenza del tempo che non è un parametro scontato, preparare un buon pranzo e un apericena o cena anticipata perché il coprifuoco delle 22 di certo non permette di mantenere la giusta serenità, dovendo badare per forza di cose all’orologio. Ma veniamo al menù. Come antipasto l’imprenditrice ha scelto una selezione di affettati, salumi e formaggi di primissima qualita’, con prodotti tipici dal sapore e dal gusto unico, un misto del meglio dei territori circostanti, selezionati, controllati e messi insieme per far degustare fin da subito il top. “Visto che si tratta di un misto di diverse cose vorrei dedicare questo piatto ai tanti virologi, scienziati ed esperti che hanno preso la parola da inizio pandemia”- interviene Ciccolella. Il primo è dedicato al Ministro Speranza. Ovviamente la scelta non poteva che ricadere sulla nota polenta rognosa. “Da chi doveva gestire la nostra salute ci saremmo aspettati scelte consapevoli, ed invece ci ha creato solo rogne, penalizzando soprattutto noi ristoratori”- continua l’imprenditrice che le ha pensate tutte. Per secondo un buon arrosto e viene servito per il governo. “Doveva essere l’esecutivo della svolta, ed invece è un misto di voci in contraddizione l’una all’altra” secondo Ciccolella. Il dolce, la torta di San Martino pensata per trovare un “soldino” come recita il saggio, era stata pensata per il premier Draghi. Ma pur trattandosi di dolce vien presto l’amaro in bocca.  “Dopo tre mesi dire che abbia fatto qualcosa per migliorare la situazione si fa fatica. E’ una autentica delusione soprattutto perché insieme al ministro dell’Economia Franco non è riuscito a creare un meccanismo serio per darci quei ristori economici che invece col governo Conte erano arrivati tutti”- conclude Ciccolella. Tra serio e faceto. Ma il menù rende l’idea.

Andrea D’Aurelio

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