banner
banner

SULMONA – “Adottare con ogni urgenza del caso e dunque immediatamente le soluzioni organizzative adeguate e più volte annunciate, apportando risposte concrete ed immediate alle numerose istanze”. A chiederlo sono un gruppo di quindici sindaci del Centro Abruzzo ( Sulmona, Prezza, Introdacqua, Goriano Sicoli, Pettorano sul Gizio, Vittorito, Cocullo, Rocca Pia, Castelvecchio Subequo, Gagliano Aterno, Anversa degli Abruzzi, Corfinio, Roccacasale, Secinaro, Campo Di Giove) su iniziativa del sindaco di Sulmona Annamaria Casini, che hanno presentato una formale diffida a Prefetto, Regione, Asl e Nas per i ritardi accumulati sulla gestione dell’emergenza pandemica di questa seconda ondata. Nell’atto di diffida si fa accenno innanzitutto al focolaio divampato nel carcere sulmonese con tutte le conseguenze del caso per il sistema sanitario qualora i detenuti avessero bisogno di un ricovero. “Una situazione che rischia di diventare esplosiva e con dimensioni apocalittiche, così come ha fatto presente lo stesso Direttore del Carcere di Sulmona, che esponenzialmente potrebbe investire l’intera popolazione carceraria con gravissime ripercussioni sia sul nosocomio cittadino che su altre strutture territoriali ma che inevitabilmente avrebbero un effetto deflagrante sulla intera organizzazione sanitaria anche in ragione delle deboli e lente risposte che l’Azienda ASL ha fino ad ora posto in essere”- si legge nella diffida. I sindaci presentano poi il “conto” sull’ospedale. “Particolarmente grave appare, tra tutte, la situazione del Pronto Soccorso su cui continua a gravare la gestione di un area Covid, che allestita in un ala del Nuovo Ospedale, non assume la configurazione di un reparto, benchè – da quanto riferito – occupi 12 posti letto con degenti affetti da Coronavirus appoggiati in tale area da diversi giorni in assenza di ricovero. A questi, sempre a quanto riferito, vanno sommati i 5/6 pazienti che mediamente continuano ad essere appoggiati nell’area del Pretriage. Alcuni dei pazienti sembrerebbero necessitare di cure intensive per i quali resta ancora difficilissimo accedere ai posti della rete Covid regionale in assenza di una Centrale Unica di smistamento dei ricoveri. Né appare neppure minimamente sufficiente l’invio dei medici, comunque in numero inferiore a quanto annunciato, comunque insufficiente rispetto all’emergenza. Il tutto in un contesto in cui i percorsi restano pericolosamente confusi con gravi rischi per i pazienti ed il personale stesso”- denunciano i sindaci spiegando che non si ha una data effettiva di entrata in funzione del centro Covid nella clinica San Raffaele. Da qui la diffida a vario titolo agli organi preposti per sollecitare gli interventi urgenti.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento