banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner
banner

ROCCARASO. “Chiunque ha il diritto di spostarsi dove vuole, di andare a fare un weekend e una gita dove desidera. Diverso è invadere un territorio imbrattando, sporcando, inquinando, e agendo in maniera che si può considerare banditesca”. Sono le parole dello scrittore Maurizio De Giovanni, il giallista italiano più amato da pubblico e critica, insieme ad Andrea Camilleri e Antonio Manzini. De Giovanni ha “asfaltato” i tiktoker e gli influencer che da un lato promuovo Roccaraso ma dall’atro rischiano di danneggiare l’immagine sociale ed economica del paese con i proprio comportamenti. “Una cosa è andare in un posto, un’altra cosa è urlare, proporre la propria invadenza e la propria maleducazione. Nel mio modo di vedere, non è giusto deridere le persone per la loro ignoranza o per la loro mancanza di cultura. Ma esistono delle regole, delle leggi e la buona educazione e su questo dobbiamo essere molto rigidi e duri. Trovo inaccettabile invadere un territorio”- è convinto De Giovanni, sostenendo che il problema è prettamente culturale e generale e quindi non relegato ai campani. “Non è un’immagine dei napoletani”, prosegue lo scrittore, “è un’immagine di maleducazione, di comportamento assolutamente esecrabile da parte di alcune persone. E chi titola in riferimento a questo fa male, perché è un’invasione di maleducati, è un’invasione di gente non rispettosa assolutamente al di fuori del vivere civile. Non vedo perché si debba parlare dei napoletani. Napoli è una città metropolitana, ha tre milioni e mezzo di abitanti. Non credo che poche centinaia di persone mosse dalla maleducazione, e soprattutto fieri della loro maleducazione, possano essere emblematici di un popolo. Chi fa questa equazione è un idiota”. Non manca una riflessione su come sia cambiato il mondo. “C’è un’amplificazione di questi fenomeni data dai social. Nessuno avrebbe potuto chiamare a raccolta questo numero di persone e soprattutto nessuno avrebbe avuto contezza di quello che era successo se non ci fossero i social”. E ci tiene a ribadire che “non bisogna accettare che la gente pensi che questi sono i napoletani. Napoli è arte, cultura, storia e pensiero” – conclude il noto scrittore.

Lascia un commento