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San Gregorio è una frazione deturpata nella dignità dallo stato vergognoso nel quale versano le case popolari, preda da anni di rifiuti, ratti e grave marginalizzazione sociale. Ho personalmente effettuato un sopralluogo e il quadro si è rivelato drammatico, con un potenziale rischio per la salute pubblica. Ma anche altre zone della frazione necessitano di programmazione e interventi. Dal villaggio Map alla viabilità pericolosa, al problema mai risolto del passaggio a livello, bisogna costruire certezze per l’abitato. L’obiettivo è quello di riqualificare la frazione, eliminando quella deriva di degrado e marginalizzazione che non fa bene alla cittadinanza e a un capoluogo di Regione. Eppure sulle case popolari di San Gregorio ci sono dal 2015, ben 16 milioni di euro per un insieme di interventi diretti alla riduzione dei fenomeni di forte marginalizzazione  del quartiere, nonché di degrado e disgregazione sociale acuitesi dopo il sisma. La potenziale risorsa dell’intervento è costituita dalla presenza di grandi vuoti di proprietà pubblica, aree a verde, parcheggi e aree di risulta, oggi abbandonati o potenzialmente pericolosi, che costituiscono occasione di rigenerazione urbana in cui sviluppare i servizi di quartiere, luoghi di aggregazione e inclusione sociale, contenitore di servizi educativi, culturali e sociali. A questi fondi vanno aggiunti quelli del Bando delle periferie, con cui la precedente Giunta, nel 2016, pianificò l’intervento a favore del complesso ERP di San Gregorio attraverso la promozione di nuove strategie inclusive e reti sociali per attenuare le disgregazioni e i disagi sociali.

Dopo 8 anni a San Gregorio è rimasto il degrado, l’abbandono, anche dei rifiuti ingombranti, e l’incertezza per chi ha sfidato tutto e tutti pur di rimanere nella propria casa; c’è bisogno di un’analisi puntuale e urgente su cosa fare: in vista dell’approvazione del Bilancio di previsione 2023-2025 presenterò un emendamento per la rimozione degli ingombranti che possa almeno mitigare il rischio dello stato dei luoghi. Anche sul villaggio Map si ravvede la necessità di intervenire con cronoprogrammi specifici: i residenti hanno lanciato da tempo un vero e proprio sos alle forze di maggioranza e opposizione per denunciare lo stato di abbandono da parte del Comune e la conseguente invivibilità che subiscono a causa  delle mancate manutenzioni, della mancata pulizia e dei controlli sulla sicurezza. È cosa conosciuta la volontà di intervento da parte dell’amministrazione ma non si comprendono i tempi che intercorrono alla demolizione di una parte dell’abitato. Ho chiesto pertanto, insieme agli altri consiglieri di opposizione, una commissione territorio alla presenza dell’assessore all’urbanistica, di quello alla ricostruzione pubblica nonché dell’assessore alle opere pubbliche e patrimonio e dell’assessore al sociale con tutti i dirigenti ad essi preposti per ricostruire certezza nel diritto dei residenti delle case di edilizia residenziale pubblica. Sarebbe opportuno anche recuperare un dialogo con la popolazione residente per costruire un percorso progettuale sostenibile e contestualizzato. Durante la campagna elettorale ci si è riempita la bocca di “vocazioni differenziate per i territori di quartieri e frazioni”, poi non si riesce neanche a tenerli nella dignità di una pulizia dovuta alla salute pubblica.

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