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SULMONA – Continua l’andirivieni di rifiuti da Palazzo San Francesco alla vicina sede della sezione Ana di Sulmona. Un’operazione già rimbalzata agli onori della cronaca che crea ancor più scalpore per l’uso dei sacchi neri che è stato bandito dallo scorso 9 luglio. Le grandi buste nere per la spazzatura sono state depositate accanto ai mastelli della differenziata nonostante le disposizioni previste nell’ordinanza sindacale. La provenienza dei rifiuti non si può mai accertare fino in fondo, questo è vero, ma la tipologia degli stessi fa davvero pensare che quei sacchi arrivano dal vicino Municipio visti i precedenti e viste le continue riunioni che si sono susseguite negli ultimi mesi fra Comune e Cogesa per risolvere il problema. E che non si scarichi le responsabilità sulle addette alle pulizie visti i contratti di lavoro vigenti. “Già in passato abbiamo rinvenuto i rifiuti comunali nella nostra sede. Ho scritto anche al Cogesa la scorsa settimana per esporre il caso”- interviene il responsabile della Protezione Civile Ana Sulmona Marco Di Silvestro. Il divieto per l’uso dei sacchi neri è scattato il 9 luglio. Le norme poste a base della decisione del Cogesa sono il decreto legislativo 152 del 2006 e il decreto legge numero 2 del 2012, nonché la legge numero 123 del 2008. In applicazione dei principi generali dettati dalla norma e tenuto conto che l’utilizzo dei sacchi neri o non trasparenti non facilita i controlli tesi a verificare se i rifiuti conferiti sono conformi alle disposizioni previste dalla raccolta differenziata, comportando inoltre gravi anomalie e disfunzioni agli impianti di trattamento dei rifiuti ormai da tempo. In più, vanno aggiunte le disposizioni sulla sicurezza della circolare Gabrielli del 7 giugno 2017 (n. 555/OP/0001991/2017/1), che impongono una serie di prescrizioni per l’incolumità pubblica. Se tutti gli utenti devono adeguarsi alle disposizioni, sta nelle cose che il Comune deve dare l’esempio.

Andrea D’Aurelio

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