
A tre anni dall’avvio del PNRR e a poco più di un anno dalla scadenza fissata a giugno 2026, la situazione della sanità territoriale in Abruzzo è preoccupante. I fondi ci sono, ma si spende poco e i lavori procedono a rilento. Secondo i dati raccolti dalla CGIL e pubblicati nel report sull’attuazione della Missione 6 – Salute del PNRR, in Abruzzo sono stati stanziati 401,2 milioni di euro per migliorare la sanità sul territorio, in particolare per costruire Case della Comunità e Ospedali di Comunità. Di questi, solo il 13,6% è stato speso finora, ben sotto la media nazionale del 18,1%. Le Case della Comunità sono strutture pensate per offrire cure e servizi sanitari vicino ai cittadini, riducendo la pressione su pronto soccorso e ospedali. In Abruzzo sono stati finanziati 40 progetti, per un totale di 63,4 milioni di euro. Ma a dicembre 2024 erano stati spesi solo 5,1 milioni, cioè appena l’8,1% del totale. Nessuna Casa della Comunità è stata completata e collaudata. Solo 16 strutture sono in fase di costruzione, mentre 24 su 40 (il 60%) risultano in ritardo. In alcuni casi non sono nemmeno iniziati i lavori. Anche per gli Ospedali di Comunità, che offrono cure intermedie tra ospedale e assistenza domiciliare, la situazione è grave. In Abruzzo sono stati finanziati 11 progetti per un totale di 27,8 milioni di euro, ma a fine 2024 erano stati spesi solo 1,9 milioni, il 6,8%. Nessuna struttura è stata completata. I lavori sono in corso solo per 6 ospedali, mentre per i restanti 5 progetti i cantieri non sono ancora partiti. Quasi la metà (45,5%) presenta ritardi ufficiali. Questa lentezza preoccupa anche perché i fondi ci sono: sono risorse europee del PNRR, a cui si aggiungono quelle statali. Ma nonostante questo, la Regione Abruzzo non riesce a spendere, mentre nel frattempo aumentano le tasse per i cittadini. Ogni anno entrano 130 milioni di euro dalle addizionali Irpef, ma solo una piccola parte viene investita nella sanità. Un altro problema fondamentale è la mancanza di personale. Le strutture da sole non bastano: serve personale per farle funzionare. In Abruzzo mancano medici di famiglia (oltre 60 mila cittadini ne sono senza) e servirebbero:
- 280-440 infermieri
- 40 assistenti sociali
- 200-320 operatori sociosanitari
Ma su questo fronte non ci sono segnali concreti né da parte della Regione né dal Ministero della Salute. Secondo la CGIL, servirebbe una vera “Vertenza regionale PNRR” per evitare che questa diventi l’ennesima occasione mancata per rafforzare la sanità pubblica in Abruzzo. Case e Ospedali di Comunità sono fondamentali per evitare ricoveri inutili, ridurre le liste d’attesa e garantire cure vicino a casa. Ma per farlo serve una rete efficiente e personale adeguato. Il tempo stringe. Giugno 2026 è dietro l’angolo. Se non si accelera ora, l’Abruzzo rischia di restare indietro ancora una volta.