
Sant’Eustachio: Dal Miracolo del Cervo alla Tradizione Viva della Festa a Scanno

In un’epoca in cui l’Impero Romano dominava il mondo con la sua potenza e il suo splendore, un uomo di nome Placido – console valoroso e cacciatore instancabile – si trovò di fronte a un destino che avrebbe cambiato non solo la sua vita, ma quella di generazioni future. Mentre inseguiva un cervo di statura straordinaria tra la folta vegetazione, la bestia si fermò improvvisamente ai piedi di una rupe grigia e verde, illuminata dai raggi obliqui del sole calante. Tra le sue corna, Placido vide apparire la figura luminosa di Cristo crocifisso. “Perché mi perseguiti, Placido? Io sono Gesù Cristo, crocifisso per il genere umano”, tuonò una voce celeste. Il console cadde in ginocchio, accecato dalla rivelazione. Il giorno dopo, con la moglie e i figli, si recò dal vescovo Giovanni – forse un discepolo dell’Ultima Cena – e fu battezzato, assumendo il nome di Eustachio.

La sua storia, tramandata nei testi antichi e nelle icone della Chiesa, è quella di Sant’Eustachio, patrono dei cacciatori, dei pastori e di chi cerca luce nelle tenebre dell’esistenza. Nei giorni scorsi, a Scanno, questa leggenda ha rivissuto con intensità durante la festa patronale, un evento che unisce devozione, storia e le antiche tradizioni della transumanza.

La festa di Sant’Eustachio, celebrata il 20 settembre, è uno degli appuntamenti più sentiti a Scanno dove assume un sapore unico, legato alla storia pastorale del borgo. Qui, il santo è patrono dal XVII secolo, quando una statua lignea scolpita da Giovanni Leonardo Manzoli di Brittoli (Pescara) fu trasportata a spalla in una processione epica di oltre una settimana. I portatori, devoti, rinunciarono al compenso pattuito per l’onore eterno di reggerla nelle vie del paese.
Anche quest’anno, la festa ha chiuso idealmente l’estate dei pastori, segnando l’inizio della transumanza verso la Puglia – un rito antico che riecheggia le peregrinazioni di Eustachio. Pochi giorni prima, il suono unanime delle campane di tutte le chiese ha annunciato i festeggiamenti, un’usanza originale che risveglia il borgo dal silenzio montano. La processione ha visto la statua del santo – raffigurato con il cervo tra le corna, simbolo della sua conversione – portata a spalla dai devoti lungo le stradine lastricate di Scanno.











