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Non bastavano le lungaggini burocratiche, partitiche e opportunistiche a prolungare i tempi per la bonifica dei siti di Bussi. Ora anche l’errore dell’avvocatura della Regione che, invece di presentare ricorso al Tar abruzzese (Pescara) lo ha inviato a quello del Lazio. Quindi ora dovrà rifarsi tutto daccapo e i tempi si allargano sempre più. Andrà presentato nuovamente il ricorso al Tar pescarese, dove già pende quello, di identico tenore, del Comune di Bussi

Il ricorso, ricordiamolo, era stato presentato da Regione Abruzzo, Comune di Bussi e associazioni ambientaliste contro la decisione del Ministro Costa (M5s) il provvedimento di aggiudicazione del bando di gara  per la bonifica delle discariche 2a e 2b di Bussi sul Tirino (Pescara), ovvero di tonnellate di veleni scoperte oltre 13 anni fa e lì rimaste.

L’annullamento aveva provocato l’ra della regione e del Comune poiché annullava un iter che dura da anni. Si era giunti allo stanziamento di 45 milioni, si era fatta la gara, vinta dalla Dec Deme nel 2018 e soprattutto il Consiglio di Stato aveva dichiarato la piena responsabilità alla Edison.

Adesso si rischia la perdita dei fondi e come in molti temevano, la Edison ha depositato il 2 luglio al Tar di Pescara il ricorso contro la lettera di aprile del Ministero con cui si chiedeva alla società di presentare un eventuale progetto alternativo di bonifica.

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