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CASTEL DI SANGRO. Ancora casi di scabbia all’interno dell’ospedale di Castel di Sangro, con il focolaio che si sta estendendo anche tra la popolazione. Dall’inizio dell’estate, il numero di persone infette è salito a circa una ventina, coinvolgendo non solo il personale ospedaliero ma anche alcuni residenti, della fascia di età tra i 30 e i 50 anni. Questa situazione sta generando un allarme crescente, portando all’intensificazione delle misure preventive e di contenimento, per cercare di arginare la diffusione della malattia. Il personale sanitario è stato tra i primi a essere colpito, nonostante le precauzioni attuate fin da subito dall’azienda sanitaria. Sono stati adottati protocolli di sicurezza rigidi, che includono trattamenti profilattici per gli infetti e periodi di isolamento per evitare ulteriori contagi. Tuttavia, questi sforzi, non sarebbero stati sufficienti a fermare la propagazione del parassita chiamato Sarcoptes scabiei, responsabile della scabbia. La malattia provoca prurito intenso e lesioni cutanee e si trasmette principalmente attraverso il contatto fisico prolungato con una persona infetta o con oggetti contaminati come biancheria e vestiti. Sebbene non sia una malattia pericolosa per la vita, la sua alta contagiosità rappresenta un problema in ambienti come ospedali e case di riposo, dove il contatto ravvicinato tra le persone è inevitabile. “Al momento due pazienti restano ricoverati, di cui uno in fase di risoluzione, mentre proprio oggi (ieri) abbiamo registrato quattro contatti ed un sospetto. Si tratta solo di avere cura nei trattamenti. Nessuno è mai morto di scabbia”- afferma il direttore sanitario dell’ospedale di Castel di Sangro, Maurizio Masciulli

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