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SCANNO – Quando si parla di sanità ci si riempie la bocca di proclami, impegni e promesse. Ma poi ci si scontra sempre con i problemi concreti. Uno di questi è la mancanza di un servizio 118 h 24 per le zone montane. A Scanno l’ambulanza garantisce il servizio dalle 8 alle 20. Ma l’emergenza non rispetta gli orari canonici. Nel giro di pochi giorni sono morte due persone, una delle quali in mezzo la neve. Si tratta di un 75 enne che aspettava il rientro della figlia da Roma. E’ andata a prenderla al terminal bus, si è caricato il trolley per riaccompagnarla a casa. All’improvviso si accascia e viene colto da un malore fulminante. Per circa trenta minuti i soccorritori unitamente alla Guardia Medica hanno tentato di rianimarlo fra lo sgomento dei presenti e il dolore dei familiari. Ma per il 75 enne non c’è stato nulla da fare. L’uomo è rimasto per circa un’ora disteso sulla neve in attesa dell’ambulanza che è arrivata da Sulmona. Quando i sanitari sono arrivati sul posto l’anziano era già morto. Il tempo stimato per arrivare a Scanno in condizioni climatiche avverse è proprio di sessanta minuti. “Il problema è a monte”- come rimarca il Commissario liquidatore della Comunità Montana Peligna, Eustachio Gentile, che ha chiesto immediati interventi al Manager Asl Rinaldo Tordera e all’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci. “Noi chiediamo l’attivazione del servizio 118 h 24 perché le emergenze non danno l’appuntamento. La disgrazia di tanta gente che vive nelle aree interne montane, cosa ben diversa dalle aree interne, è di essere nata, suo malgrado, in aree non solo disagiate, ma spesso dimenticate da Dio e dagli uomini”- fa notare Gentile. Un episodio che riaccende i riflettori sulla sanità fuori l’ospedale. Questa sconosciuta.

Andrea D’Aurelio

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