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SULMONA – I clienti, centinaia di insospettabili, entravano e uscivano in continuazione in quella casa d’appuntamento in via Patini, chiusa a metà novembre dopo il blitz della Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona che ha denunciato cinque persone, tutte di nazionalità cinese. A sgominare quel “traffico” di persone per bene ci ha pensato la Polizia al termine di una battente attività d’indagine che è andata avanti per diversi mesi. In quell’appartamento di via Patini c’era di tutto e di più: giochi erotici, oli per massaggi, le confezioni di profilattici. Le prostitute lavoravano quasi l’intera giornata. Una condizione di vera schiavitù. Tutto partiva da una bacheca di annunci on line. Il cliente contattava il numero di riferimento che non riconduceva direttamente alle donne ma ai loro datori di lavoro che procuravano l’appuntamento e stabilivano la tariffa. I clienti attendevano all’esterno, con discrezione, e una volta ottenuto l’ok potevano salire. Si pagava in contanti prima di accedere alla prestazione sessuale. Gli accertamenti esperiti dal personale del Commissariato a seguito dell’accesso hanno portato a rilevare che l’abitazione, all’interno della quale almeno due donne cinesi praticavano l’attività di prostituzione, era stata presa in affitto mesi prima da un cittadino cinese ( novembre 2018) attraverso l’intermediazione di un altro connazionale. I canoni di locazione venivano regolarmente pagati al proprietario dell’appartamento, che non era a conoscenza di quanto avveniva al suo interno, da una donna di nazionalità cinese. L’inchiesta è partita da una soffiata. Appostamenti e verifiche hanno consentito agli uomini dell’Anticrimine, coordinati dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, di effettuare il blitz che ha portato alla denuncia di cinque persone. Quella sera di metà novembre nella casa a luci rosse c’era anche un professionista, non della zona, che è stato colto in flagranza. Cinque clienti, che per la magistratura e le forze dell’ordine sono persone informate sui fatti, sono stati interrogati in Commissariato. Tutti hanno confermato dettagli e particolari. Sul tavolo del Sostituto Procuratore della Repubblica, Stefano Iafolla, è quindi arrivata l’informativa della Polizia che ha denunciato tre uomini per induzione e sfruttamento della prostituzione e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dal momento che le due donne che operavo nella struttura non erano in possesso né di passaporto e né di permesso di soggiorno. Alle prostitute viene contestato il favoreggiamento personale e l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità visto che non si sono presentate in Commissariato dopo l’invito a regolare la loro posizione. Una di loro è stata anche denunciata per aver declinato false generalità. Due dei cinque denunciati sono finiti dietro le sbarre dopo l’arresto eseguito, nel mese scorso, dai Carabinieri che hanno coordinato analoga inchiesta.

Andrea D’Aurelio

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