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SULMONA – Un anno fa ci si interrogava su come e se riaprire, con quali regole e protocolli, per evitare il contagio in classe. Nel corso dell’anno scolastico si sono avvicendati colori e restrizioni, soprattutto in riferimento ai decreti ministeriali, che in alcuni momenti hanno attivato la dad per talune scuole piuttosto che altre. Oggi, in concomitanza con il suono dell’ultima campanella, si tira sicuramente un respiro di sollievo ma si riavvolge il nastro su questo anno scolastico tutt’altro che tranquillo. Tra lezioni a casa e in classe. Più in dad che in presenza a dir la verità. Un anno a sorpassare e battere il virus inseguendo l’ultimo tracciamento per disinnescare i focolai, anche quelli più delicati. Il bilancio arriva dal servizio di prevenzione Asl, in prima linea al pari dei genitori preoccupati, dei docenti attenti, degli alunni spaesati e dei Dirigenti scolastici ligi al dovere. Da settembre 2020 a giugno 2021 sono stati 243 i contagi da Covid-19 che hanno interessato l’ambiente scolastico. Tutte positività fuori dai banchi nel senso che, fatta eccezione per un paio di fronti più preoccupanti, si tratta di positività collegate con i nuclei familiari di riferimento. Il rigido sistema di tracciamento e prevenzione ha permesso di contenere la diffusione del virus in classe. Un lavoro in sinergia con comuni e scuole, senza badare all’orologio e al calendario, che ha visto operare dietro le quinte il personale tecnico-amministrativo della Asl, coordinato dalla referente, dottoressa Donatella Di Loreto. Nell’intero anno scolastico sono stati emessi provvedimenti di quarantena per 151 classi in seguito all’accertata positività di 185 alunni/studenti, 43 docenti e 15 collaboratori scolastici. Tra gli studenti al primo posto della classifica dei contagi si piazzano gli alunni della scuola primaria e media (6-13 anni) con 106 casi accertati. Segue la fascia d’età 14-18 anni con 41 casi, i più piccoli da 0-6 anni con 30 casi e i maggiorenni con appena 8 contagi. Un dato che non sorprende visto che la dad ha riguardato prevalentemente le scuole superiori e, in zona rossa, anche la seconda e la terza media. In 34 classi si sono sviluppati piccoli focolai con almeno 2 o più casi. Il più grande con 13 casi. Per la scuola quindi, dopo un anno tra lezioni e contagi, arriva il momento di tirare le somme. Restano i numeri, i summit, le tante forse troppe richieste di chiusura ma anche l’esperienza vissuta sul campo che noi abbiamo provato a raccontare con la collega, Chiara Buccini, e la redazione di Radio Iperbole del Polo Fermi. La dad, spiegano gli studenti intervistati, non ha tolto lo spazio al confronto, necessario per la crescita dei cittadini del domani. Se è vero che la scuola ancora oggi è un’agenzia educativa. Una scuola che è entrata in casa con la divisione di spazi e la mancanza di riservatezza per via della convivenza costante con il resto della famiglia. Ma oggi, e questo forse è l’aspetto più interessante, si avverte il desiderio di tornare nella seconda casa, ovvero la scuola come luogo fisico e palestra di vita. Promossi o bocciati non importa. Un anno che sicuramente ha insegnato qualcosa in più a tutti. Istituzioni e operatori Asl compresi.
Andrea D’Aurelio