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SULMONA – Continua a far discutere la sentenza sull’orso ucciso a Pettorano sul Gizio. A spezzare la lancia a favore dell’operaio assolto perché il fatto non costituisce reato, questa la formula di assoluzione scelta dal giudice Marco Billi, è il comitato cittadini di Vallelarga. “Siamo contenti per come si è risolta in maniera positiva il processo penale”- interviene il responsabile Domenico Ventresca- “cogliamo l’occasione ancora una volta per ribadire al Parco Abruzzo di adottare tutti gli strumenti a tutela dell’orso bruno marsicano e in particolare di farlo stare bene nel suo habitat naturale del parco onde evitare ulteriori episodi negativi”. Altro problema-secondo il comitato- “è risolvere insieme ad altri enti i problemi degli altri animali selvatici, cinghiali e cervi in primis”. Non è dello stesso avviso il Wwf che chiederà di impugnare la sentenza del Tribunale di Sulmona al Procuratore Generale della Corte d’Appello. Le sentenze, ovviamente – afferma l’associazione in una nota – si rispettano, ma la decisione dei giudici di Sulmona che hanno assolto una persona che nel 2014 aveva ucciso a fucilate un orso marsicano a Pettorano sul Gizio lascia un certo sconcerto. L’animale, infatti, e’ stato colpito alle spalle, quindi, mentre era gia’ in fuga, ed e’ morto molte ore dopo essere stato colpito: quindi, presumibilmente, in seguito a molte sofferenze. Il suo delitto? Aver predato alcune galline di proprieta’ dell’imputato, del valore di pochi euro, con molta probabilita’ – scrive il Wwf – neanche tenute in modo atto ad evitare la predazione da parte degli animali selvatici (che non fanno altro che seguire la loro natura). Per questo l’orso e’ stato condannato a morte in una situazione che somiglia veramente poco con un incidente o una reazione per difendere la propria incolumita’, come evidenzia la perizia del Wwf e di altre associazioni, costituitesi parte civile nel processo. Era, infatti, evidente e inequivocabile che chi ha sparato era in piedi e che ha usato due diversi tipi di munizione. In attesa che arrivino le motivazioni della sentenza per capire meglio cosa abbia spinto i giudici di Sulmona a questa decisione, il Wwf annuncia che chiedera’ al Procuratore Generale della Corte d’Appello di impugnare questa sentenza.

Andrea D’Aurelio

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