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SULMONA – Da quindici anni presta servizio nel carcere di Sulmona e già da otto mesi non percepisce stipendio, pur dovendo, in quanto possessore di partita Iva, pagare le tasse, così come regolarmente e volentieri fa, ritenendolo un dovere civico. Con una lettera il medico Effati Homayoun, di origine iraniana, con contratto di lavoro precario, lancia un appello alla direzione generale dell’Asl, perchè si interessi alla sua situazione e condizione, ponendovi il necessario rimedio. La sua condizione infatti a questo punto è disastrosa. Nel maggio scorso gli vennero accreditati gli stipendi di gennaio e febbraio. Da quel momento il medico non ha ricevuto più quanto gli è dovuto, con compensi peraltro fermi ai valori di tredici anni fa. “Sono dispiaciuto, amareggiato, addolorato e soprattutto triste per questa società che da sempre ho rispettato salvo poi essere così mal ripagato” scrive Homayoun, invocando l’immediato intervento della direzione generale dell’Asl e chiedendo al direttore generale Roberto Testa, se sia al corrente della sua situazione, domandandosi il motivo di questa ingiustizia subita e soprattutto se lo stesso direttore conosca la realtà degli istituti penitenziari oltre alle condizioni, modalità e compensi dovuti. (Red)

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