
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila l, Roberto Ferrari, ha rigettato l’istanza di revoca o modifica della misura cautelare disposta il 24 ottobre scorso nei confronti del 14enne e 17enne, implicati nella storia della dodicenne abusata, confermando la custodia in carcere per entrambi. Il gip ha ritenuto che “non siano emerse nuove circostanze in grado di modificare il quadro indiziario e le esigenze cautelari già valutate nell’ordinanza originaria”. Secondo il giudice “le dichiarazioni difensive degli indagati sono risultate in contrasto con la documentazione agli atti e con le affermazioni della persona offesa”. Il gip ha sottolineato come l’intera vicenda sia legata a minacce di diffusione di immagini di incontri sessuali, “usate per esercitare pressione e ottenere vantaggi di natura sessuale”, evidenziando che “l’interesse della vittima alla punizione dei responsabili non può essere considerato inferiore a quello degli autori allo sfruttamento della stessa”. Nel provvedimento si richiama inoltre il ruolo dei social network nel rafforzare dinamiche di gruppo e comportamenti violenti collettivi, fenomeni descritti come “espressione di impulsi conformistici e rituali sociali di antica origine”. Nello specifico, il giudice sottolinea come tali dinamiche sociali derivino dall’“attitudine mentale radicalmente conformistica degli animali sociali” e da “pulsioni umane che, nel corso della storia, si sono manifestate nelle forme collettive più disparate, dalle cerimonie sacrificali antiche ai linciaggi, dall’aspetto ludico delle esecuzioni pubbliche all’istintiva propensione popolare per la condanna nei giudizi collettivi o inquisitori”. Il Tribunale per i minorenni resta quindi inamovibile sul punto. Gli avvocati difensori Alessandro Margiotta e Raffaella D’Amario annunciano il ricorso al Tribunale per il Riesame. I due minori avevano negato le accuse come del resto ha fatto il 18enne per il quale il giudice distrettuale si pronuncerà nelle prossime ore. Le accuse a vario titolo sono di violenza sessuale aggravata in concorso, atti sessuali con minorenne, atti persecutori e produzione di materiale pedopornografico. La ragazzina sarebbe stata abusata e filmata prima dal 14enne e poi al 18enne in correità con un 17enne. Quando il video è finito sulla chat di gruppo, la dodicenne ha chiamato il numero di emergenza 114, riservato alle vittime di abusi. Poi il racconto con gli esperti e i carabinieri che ha portato agli arresti. La famiglia della dodicenne continua a chiedere giustizia. “Nostra figlia ha raccontato la verità ed è distrutta dal dolore che si porta dentro ed aumenta ogni giorno di più. Sta male, vive nella paura e nella sofferenza. La verità non può e non deve tacere, è l’unica a dover essere difesa. Sempre”- commentano i genitori della ragazzina









